Provvedimento a carico di otto uomini che avevano avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina, marijuana e hashish nella località turistica dell'isola di Ortigia
A Siracusa i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di otto uomini, tra i 20 e i 64 anni, che avevano avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina, marijuana e hashish nella località turistica dell'isola di Ortigia. Sei degli indagati sono stati portati in carcere e due posti ai domiciliari. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del Tribunale di Siracusa Andrea Migneco, su richiesta del Procuratore Aggiunto Fabio Scavone e dei sostituti Andrea Palmieri e Carlo Enea Parodi.
Le perquisizioni
Nell'ambito dell'operazione, denominata 'Posto fisso', sono state effettuate perquisizioni con l'ausilio di cani antidroga e di ricerca armi ed esplosivi. Nell'operazione sono impegnati circa 50 militari dell'Arma, con l'ausilio anche di un elicottero. Grazie ai servizi di osservazione, controllo e pedinamento, e attraverso l'installazione di videocamere e l'attivazione di intercettazioni telefoniche, i carabinieri hanno filmato 2.642 cessioni di stupefacente tra via Alagona e Vicolo dell'Ulivo. I militari hanno inoltre eseguito riscontri a carico di numerosi clienti, molti dei quali turisti: sequestrati complessivamente 170 grammi di hashish, 17 grammi di cocaina. Durante la perquisizione di alcuni "bassi" di Ortigia, i militari hanno trovato materiale idoneo al confezionamento delle dosi, un foglio su cui erano riepilogate come in un memorandum alcune azioni da effettuare per il buon andamento della gestione degli affari. Stamane, nel corso delle perquisizioni, sono state trovate 9 dosi di cocaina del peso di 9 grammi.
Il giro di spaccio
La piazza di spaccio, in pieno centro storico, funzionava con dei veri 'turni di lavoro', tanto che si era sostituita al posto fisso. Secondo gli investigatori i giovani avevano trovato un 'impiego a tempo indeterminato': la piazza di spaccio 'apriva' alle 11 del mattino e rimaneva operativa sino alle 4 del giorno successivo, sette giorni su sette. Dalle indagini dei militari dell'Arma, è emerso che i pusher, che si avvalevano di 'vedette' per rilevare la presenza di forze dell'ordine, seguivano turni ben definiti, dandosi il cambio sul posto, dopo aver nascosto le confezioni di stupefacente nel corso del loro 'turno di servizio' in anfratti dei muri delle abitazioni dei vicoli della Giudecca, sopra gli stipiti delle porte delle case abbandonate di Ortigia, e all'interno di uno scooter parcheggiato, disponendo di dosi di vario peso, in relazione alle richieste degli acquirenti. In alcuni casi la cessione di stupefacenti avveniva all'interno di private abitazioni, previo 'squillo' telefonico a cui seguiva la dazione delle dosi, anche lanciate dalla finestra all'acquirente.
Le intercettazioni
I soggetti che si approvvigionavano di stupefacenti erano di varia estrazione sociale e provenienza e, fra di loro, anche alcuni minorenni. Nel corso di un'intercettazione, un giovane che temporaneamente sostituisce l'altro per consentirgli di andare a fare una breve commissione evidenzia che "quello non è il proprio 'turno', devo 'lavorare' di sera".
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