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Anziano trovato senza vita nel Palermitano: quattro arresti

Sicilia

I quattro sono stati fermati con l'accusa di essersi introdotti nel settembre 2019 nell'abitazione della vittima, a Terrasini, per rubare contanti e preziosi e di aver legato l'uomo di 84 anni, affetto da patologie pregresse, che è morto 

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Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso Mercurio Nepa, detto Mike, un italoamericano di 84 anni trovato morto nella sua abitazione a Terrasini (Palermo) lo scorso 9 settembre. Si tratta di D. C. D. L., 35 anni, D. L. P., 34 anni, F. L. P., 34 anni, G. P., 27 anni. Era stato un conoscente a trovare il corpo privo di vita dell'anziano.

Le indagini

La svolta dell'omicidio è arrivata grazie alle indagini dei Ris di Messina e alle intercettazioni che hanno permesso di risalire ai presunti autori della rapina. L'imprenditore era stato trovato con la casa a soqquadro e parzialmente immobilizzato con dei legacci sul corpo e sulle gambe. Secondo quanto accertato dai carabinieri i presunti autori dell'omicidio si sarebbero introdotti nella notte tra l'8 e il 9 settembre 2019 nell'abitazione dell'anziano per rubare contanti e preziosi che l'uomo era solito nascondere in casa. Lo avrebbero legato a mani e piedi ma Nepa, già affetto da patologie pregresse, è morto.

Il processo per usura

Mercurio Nepa era stato denunciato dalla guardia di finanza, con l'accusa di avere concesso prestiti a tassi d'usura e gli erano stati sequestrati anche i beni: nella sua abitazione le Fiamme gialle avevano trovato polizze di assicurazione sulla vita, quote di fondi d'investimento e denaro contante per oltre 135 mila euro. Dopo quattro anni dai fatti, era stato assolto e gli era stato restituito il patrimonio sequestrato. Secondo l'accusa l'uomo, che per decenni aveva vissuto a Detroit, negli Stati Uniti, tra il 2002 e il 2010 avrebbe concesso prestiti per oltre 65 mila euro a privati e commercianti bisognosi, che poi si sarebbe fatto restituire applicando tassi d'interesse compresi tra il 40 ed il 675 per cento annui. Ma i giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Palermo avevano accolto la tesi difensiva dell'avvocato Giovanni Infranca. Le indagini erano scaturite dalla denuncia di una presunta vittima che sosteneva di essere stata costretta a pagare interessi elevatissimi. Durante il processo alcuni testimoni dichiararono che l'uomo "non chiedeva niente solo la restituzione del capitale".