Corruzione: arrestati nel Trapanese imprenditore e ispettore vigili urbani

Sicilia
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)

Secondo le indagini, l’ispettore di polizia municipale multava chi parcheggiava l’auto fuori dal parcheggio a pagamento del parco Archeologico di Segesta, gestita da una società riconducibile all’imprenditore 

I carabinieri della Compagnia di Alcamo, in provincia di Trapani, hanno arrestato con l'accusa di corruzione un imprenditore edile, F. I., e l'ispettore della polizia municipale S. C., in servizio fino allo scorso dicembre a Calatafimi Segesta (Trapani). Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari. Altre cinque persone, cui sono sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia, risultano indagate per abuso d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Si tratta della moglie dell'ispettore, dell'ex sindaco di Calatafimi Segesta Vito Sciortino e tre agenti della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta. 

L'accusa

Secondo le indagini, l’ispettore di polizia municipale sfruttava la propria posizione per favorire l’imprenditore con cui aveva un accordo: faceva in modo di aumentare gli introiti della società che gestisce l'area adibita a parcheggio del Parco Archeologico di Segesta, riconducibile all’imprenditore, multando chi parcheggiava l’auto fuori dall'area a pagamento, lungo la strada che conduce al tempio. In cambio l'impresario avrebbe assunto i familiari dell'ispettore in società a lui riconducibili. In particolare la figlia è socia al 50% della "Segesta Green Tour srl" (incaricata della gestione dell'area di parcheggio), mentre la moglie e il genero sono dipendenti.

Gli indagati

L'indagine, durata oltre un anno, è stata condotta con pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali oltre che con acquisizioni di documenti negli uffici del Comune di Calatafimi Segesta. La moglie dell'ispettore, indagata, al momento di essere interrogata, nell'aprile 2019, avrebbe concordato con il marito la versione da fornire e, successivamente, avrebbe avvertito la moglie dell'imprenditore aiutandolo così ad eludere le indagini.
L'ex sindaco Sciortino dovrà invece rispondere di abuso d'ufficio e falsità materiale ed ideologica, perché senza averne titolo (in quanto l'area archeologica, prima di diventare ente autonomo, dipendeva direttamente dal Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia), avrebbe imposto alla direzione del parco di Segesta, con un atto informale e privo di protocollo da lui firmato - di non far parcheggiare veicoli all'interno, in tal modo favorendo l'attività dell'imprenditore.
Gli altri tre componenti della polizia municipale di Calatafimi Segesta indagati sono il comandante della polizia municipale G. C., l'ispettore L. A. e l'agente V. A.. Sono accusati di abuso d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. 

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