Messina, sequestrata un’area demaniale: indagati 11 amministratori

Sicilia
Foto di archivio (La Presse)

Gli indagati non avrebbero utilizzato i fondi relativi a due finanziamenti, per un totale di 400mila euro, concessi dalla Regione Siciliana e ottenuti per la demolizione a seguito di violazioni edilizie sul demanio pubblico

Un’area demaniale marittima di circa 1.400 metri quadrati e alcuni manufatti abusivi sono stati sequestrati a Maregrosso, a Messina. Il decreto di sequestro preventivo è stato eseguito dai carabinieri e dalla capitaneria di porto, che hanno anche notificato 11 avvisi di conclusione delle indagini a esponenti della precedente amministrazione comunale e a dirigenti amministrativi. Agli indagati, a vario titolo, sono contestati i reati di rifiuto e omissione di atti d'ufficio, l'attività di gestione di rifiuti non autorizzata, l'abusiva occupazione di spazio demaniale, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

I fatti contestati

L'area di Maregrosso sarebbe stata ridotta a una discarica a cielo aperto di materiale inerte e gli indagati non avrebbero utilizzato i fondi relativi a due finanziamenti, per un totale di 400mila euro, concessi dalla Regione Siciliana e ottenuti per la demolizione a seguito di violazioni edilizie sul demanio pubblico. In entrambi i casi alcuni indagati avrebbero rifiutato di procedere all'utilizzo immediato dei finanziamenti concessi per ragioni di igiene e sanità, causando la perdita delle somme residue di 115mila euro del primo finanziamento e 117mila euro del secondo. Insieme agli amministratori e funzionari pubblici, è stato coinvolto nell'indagine il titolare di una ditta di smaltimento rifiuti sita nell'area di Maregrosso. A quest'ultimo viene contestata l'occupazione abusiva di 1.400 metri quadrati e l'aver continuato a esercitare l'attività di scarico dei rifiuti.

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