Truffa su diamanti, Assorafi: "Allarme lanciato otto anni fa"

Sicilia
Immagine d'archivio (ANSA)

"In questi anni le banche hanno proposto un prodotto non finanziario, senza le autorizzazioni, e abbiamo sollecitato Consob, Banca d'Italia e questure preposte al rilascio delle licenze per il commercio di preziosi", riferisce l’associazione 

"Da otto anni ormai le nostre organizzazioni segnalavano, senza essere ascoltate, che la vendita dei diamanti da parte degli istituti bancari era un'attività anomala e nel 2016 la nostra federazione nazionale aveva riportato di nuovo il problema all'attenzione delle autorità preposte". E’ quanto dichiarano il presidente di Assorafi Confcommercio Palermo, Silvano Barraja, e il vice presidente Salvo Ciulla in merito al raggiro in cui sono caduti, tra gli altri, anche personaggi dello spettacolo come Vasco Rossi e Federica Panicucci. La truffa riguardava la vendita di diamanti da parte di alcune banche, ed è stata scoperta dalla guardia di finanza di Milano, che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per un valore di oltre 700 milioni di euro.

La denuncia di Assorafi

"In questi anni le banche hanno proposto un prodotto non finanziario, senza le autorizzazioni, e abbiamo sollecitato Consob, Banca d'Italia e questure preposte al rilascio delle licenze per il commercio di preziosi - proseguono Barraja e Ciulla -. Inoltre i diamanti sono stati venduti tramite funzionari, non competenti in materia, a prezzi tra il triplo e il quadruplo del prezzo di mercato, inducendo i risparmiatori all'acquisto in modo poco ortodosso, su un rapporto che era basato sulla fiducia, invogliati da listini fittizi pubblicati a pagamento da testate di riferimento per il mondo finanziario - sottolineano ancora presidente e vicepresidente -. A farne le spese sono stati i nostri operatori che hanno assistito alla contrazione delle vendite causata da un mercato ormai saturo di pietre acquistate a prezzi altissimi". "A questo si aggiunge il mercato falsato dall'invenzione che il diamante da investimento fosse completamente differente da quello da gioielleria", concludono Barraja e Ciulla.

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