Tratta di minorenni costrette a prostituirsi: sgominata cellula

Sicilia
Un momento dell'operazione che ha permesso di sgominare una cellula dedita alla tratta di esseri umani (ANSA)

Il gruppo reclutava giovani nigeriane, convincendole a lasciare il proprio paese con la promessa di un lavoro dignitoso in Europa; arrivate in Italia, venivano costrette a prostituirsi per ripagare i costi del viaggio 

I carabinieri del comando provinciale di Messina hanno sgominato la cellula di un'organizzazione transnazionale dedita alla tratta di esseri umani ed al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di minorenni da immettere nel business della prostituzione. I reati ipotizzati nei confronti dei cinque indagati sono, a vario titolo, associazione per delinquere finalizzata a favorire l'ingresso e la permanenza clandestina di minorenni su territorio italiano, allo sfruttamento della prostituzione minorile, alla riduzione in schiavitù ed alla tratta di persone.

Il gruppo criminale in Libia

L'indagine ha ricostruito il sistema attuato dal gruppo, che reclutava giovani nigeriane, convincendole a lasciare il proprio paese con la promessa di un lavoro dignitoso in Europa; le faceva poi arrivare in Europa passando dalla città libica di Sabratha, grazie alla collaborazione con un gruppo criminale locale che organizzava le partenze dei natanti carichi di migranti verso l'Italia; e infine, una volta arrivate, le minorenni venivano costrette a prostituirsi per ripagare i costi del viaggio, anticipati dall'organizzazione criminale. Una pratica detta "balance".

Gli agganci in Italia

A controllare l'attività delle ragazzine a Messina era Rita Iham, fra gli arrestati, che chiedeva alle minorenni di mentire sulla propria età, dichiarando di avere 17 anni, in modo da sfruttare il canale preferenziale per i minori e successivamente poter essere facilmente trasferite in altri centri per maggiorenni. Le ragazzine venivano avviate alla prostituzione grazie anche all'apporto di un italiano - referente di un'associazione di volontariato locale operante nel settore dell’assistenza ai migranti - che forniva notizie utili a rintracciare le minorenni una volta sbarcate in Italia e partecipava all'avviamento alla prostituzione di quelle che venivano ospitate nei centri di accoglienza messinesi. In cambio di queste informazioni l’uomo otteneva denaro e favori sessuali.

Le minacce

“Queste ragazzine erano terrorizzate dai riti di magia nera - spiega il procuratore aggiunto di Messina, Giovanella Scaminaci - con l'utilizzo anche di animali morti che servivano per minacciare loro e le famiglie. Nella loro cultura si dà peso a questi riti e quindi il gruppo criminale riusciva ad assoggettarle psicologicamente". ''L'inchiesta - ha aggiunto - nasce da una segnalazione di una donna che lavora in un centro di minori non accompagnati di Messina che ha notato comportamenti inusuali da parte di alcune ragazze". "Si tratta della cellula dell'associazione criminale che operava tra la Libia, la Nigeria e la Sicilia - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, Lorenzo Sabatino -. Si tratta della cellula di un'organizzazione più ampia che a livello internazionale si occupava di tratta di minorenni e organizzavano anche i viaggi per l' Italia. Alcuni indagati si occupavano anche di spaccio di droga, come è dimostrato dall'arresto in precedenza a Firenze di Monday Imarhaghe, trovato con 1,2 kg di eroina. Anche oggi nella sua abitazione è stato trovato un piccolo quantitativo di droga", conclude Sabatino.

Il Gip: "Crimine contro l'umanità"

"Arricchirsi su questa esigenza umanitaria è arricchirsi sulla pelle dell'uomo - scrive il Gip di Messina -. Creare questa sorta di cancro criminale, che aggrava e peggiora, una esigenza umanitaria vera è crimine contro l'umanità, come lo appare appunto la messa in vendita delle bambine nigeriane, ampiamente documentata probatoriamente nelle indagini". Per il Gip c'è "la prova della gravità del fatto anche per i suoi disastrosi effetti riflessi: inserire la tratta nell'immigrazione, sfruttare, irridere e approfittare delle maglie dell'accoglienza, contaminare proprio l'accoglienza che dovrebbe restare sacra, ma questo - osserva - sin dai soccorsi in mare, gestiti da scafisti che chiamano o fanno chiamare le unità di soccorso, volte a salvare non servire la tratta, fino all'approfittare dei ruoli di volontario, calcolare i soldi pagati, i benefici dell'essere minori non accompagnati, è - sottolinea il Gip - fare mercimonio di un dramma, è fare mercimonio dell'umanità e dei suoi abitanti".

Gli arrestati

Sono stati arresti i nigeriani Monday Imarhaghe, 32 anni, Rita Ihama, 38, Precious Ovbokhan Igbinomwanhia, 20, e il messinese Giovanni Buscemi. Monica Onaigfoghe, 20 anni, è invece ricercata.

I più letti