Agrigento, corruzione: chieste condanne per due carabinieri e avvocato

Sicilia
Immagine di archivio (ANSA)
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L’accusa è di aver scambiato l’assunzione della moglie del maresciallo con un controllo all’istituto di formazione Epac, volutamente lacunoso

Chiesta dal PM, Chiara Bisso, la condanna per corruzione a tre anni e sei mesi di reclusione per il maresciallo dei carabinieri Antonio Arnese e per l’avvocato Ignazio Valenza, attuale consigliere dell’Ordine ed ex segretario. All’epoca dei fatti Arnese era il comandante del nucleo Ispettorato del lavoro di Agrigento. Per l’ex luogotenente dei carabinieri, Vincenzo Mangiavillano, ora in pensione, sono stati chiesti due anni per favoreggiamento. Mangiavillano durante il periodo dei fatti contestati, ovvero nel 2013, era al comando del nucleo di polizia giudiziaria della Procura.

L’accusa formulata dal PM

Secondo l’accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, “l’assunzione della moglie del maresciallo Arnese è stata barattata con un’ispezione blanda all’istituto di formazione Ecap. La moglie, in cambio del controllo intenzionalmente carente, è stata assunta alle dipendenze di un altro istituto, Casa Amica, visto che il presidente era sempre l’avvocato Ignazio Valenza”. Per il Pubblico ministero l’avvocato Valenza è colpevole anche di calunnia ai danni della collega, Laura Grado, la quale sarebbe stata accusata falsamente di avere violato la corrispondenza dell’istituto nell’ambito di un contenzioso che gestiva professionalmente per conto di alcuni lavoratori. Per questa ulteriore imputazione il PM ha chiesto altri 2 anni e 6 mesi di condanna, portando a 6 anni la pena complessiva per il professionista.

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