Mafia, Agrigento: serie di condanne, oltre un secolo di carcere

Sicilia
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)
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Fra gli altri Antonino Abbate, autista e fedelissimo del capomafia Piero Campo, condannato dal Tribunale di Agrigento a 16 anni per associazione mafiosa 

Dieci condanne per altrettanti imputati, arrestati nel 2016 nell’ambito dell’operazione Icaro. Fra gli altri Antonino Abbate, autista e fedelissimo del capomafia Piero Campo. La fiducia in Abbate era tale che il boss parlava con lui liberamente dei propri incontri con il superlatitante Matteo Messina Denaro. Il tribunale di Agrigento ha emesso per l'autista una condanna a 16 anni per associazione mafiosa.

Gli imputati

A 16 anni sono stati condannati anche Vincenzo Marrella, Francesco Tortorici e Antonino Grimaldi, a 20 Stefano Marrella e Vincenzo Marrella (omonimo dell'altro imputato, 65 anni), a 4 anni Carmelo Bruno e Roberto Carobene, a 5 anni e 6 mesi Gaspare Secolonovo e a 10 mesi Vito Campisi.

I legami con Matteo Messina Denaro

Agli atti del processo è finita anche un’intercettazione in cui Piero Campo raccontava al capomafia di Sambuca di Sicilia, Leo Sutera, di aver incontrato Matteo Messina Denaro. “Io non lo avevo riconosciuto - dice Campo riferendosi a Messina Denaro, non sapendo di essere intercettato - lui invece mi riconobbe subito”.

Le indagini sul pizzo

L'indagine ha permesso di accertare i legami in essere tra i clan mafiosi agrigentini e quelli trapanesi e palermitani. Inoltre si è potuta ricostruire la mappa del pizzo imposto alle imprese. Cosa Nostra avrebbe tentato di condizionare una serie di importanti opere, tra cui il rigassificatore di Porto Empedocle.

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