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Napoli, le 6 mostre da non perdere a novembre

Campania

Da non perdere "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" esposta al Mann, "David Bowie: the passenger. By Andrew Kent" al Pan e "Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi" alle Officine dei Misteri del complesso di Palazzo d'Avalos

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Tante le mostre da non perdere a Napoli nel mese di ottobre, tra queste "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" esposta al Mann e "David Bowie: the passenger. By Andrew Kent" al Pan.

Creativity for Life, foto per cambiare il mondo

In ottanta immagini un viaggio per il riscatto iniziato nove anni fa: è stata inaugurata al MANN "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" (fino al 15 gennaio 2023), progetto nato dall'incontro tra Videndum Media Solutions, l'Associazione Jonathan Onlus e il Ministero della Giustizia - Dipartimento di Giustizia Minorile. Attraverso l'organizzazione di corsi di fotografia e videografia, è stato offerto a ragazzi che hanno vissuto e vivono situazioni di disagio e di esclusione sociale un' occasione d'impegno. L' esposizione ripercorre la storia del progetto raccogliendo i migliori scatti realizzati dal 2014 a oggi, frutto di laboratori didattici itineranti nelle realtà metropolitane e non solo, passando anche dal centro storico di Napoli fino a Procida Capitale della cultura. Con l'edizione 2021 si è infatti coniugato il percorso rieducativo dei ragazzi con l'impegno per la salvaguardia dell'ambiente abbracciando la causa della Onlus Oceanus "No more plastic bags". All'inaugurazione ha partecipato Marco Pezzana, CEO di Videndum Media Solutions. Quello di Jonathan è divenuto quindi un progetto pilota, una esperienza già esportata in altri paesi: accanto agli scatti napoletani in mostra anche immagini di laboratori simili realizzati a Chicago, New York, Sud Africa, Birmingham. L' esposizione, promossa in collaborazione con i Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Giovanni Vastano; staff Angela Rita Vocciante) testimonia l'attenzione del Museo a tutte le esperienze virtuose e di rilievo sociale del territorio. Videndum Media Solutions è la principale divisione del gruppo inglese Videndum dedicata al mondo dei content creators.

Un inedito David Bowie al PAN di Napoli

Una tappa per tentare di approfondire la poliedricità di David Bowie come uomo ed artista. Vuole essere soprattutto questo la mostra "David Bowie: the passenger. By Andrew Kent" che aperta fino a fine gennaio nel PAN, Palazzo delle Arti Napoli. L'esposizione, realizzata dal produttore Salvatore Lacagnina, della società Navigare, con il patrocinio del Comune, presenta la vita pubblica e privata dell'artista inglese attraverso fotografie e testimonianze di Andrew Kent che lo accompagnò nel tour europeo negli anni Settanta. La curatela di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni, di Ono Arte, rende omaggio ad una delle più amate leggende della scena artistica mondiale del XX secolo attraverso 60 fotografie e memorie del fotografo Andrew Kent, che coltivò uno stretto rapporto di amicizia e fiducia con la star, insieme con quasi 90 cimeli e memorabilia di diverse collezioni private. La mostra di Napoli, preceduta dalla tappa a Milano, presenta un nuovo allestimento e due nuove sezioni espositive dedicate alla carriera cinematografica di Bowie - nata proprio a metà degli anni Settanta - e ai costumi, quest'ultima sezione in collaborazione con il corso triennale di Fashion Design dell'Accademia di Belle Arti di Bologna con il coordinamento della professoressa Rossella Piergallini. Focus della mostra, il decisivo periodo che Bowie visse nel 1976, in occasione dell'Isolar tour per presentare l'album Station to station, con 66 concerti in 4 mesi tra Canada, USA ed Europa. Del tour europeo, comprendente 25 tappe, Kent documenta, da una prospettiva privilegiata, esibizioni e viaggi, tra navi, treni, hotel, ma anche l'esplorazione di Bowie delle città e dei loro luoghi più rappresentativi come la Piazza Rossa di Mosca, l'invalicabile Berlino Est, Victoria Station a Londra, dove si verificò l'incidente del presunto saluto nazista di Bowie. Le immagini e i documenti in mostra raccontano, è stato spiegato oggi nell'anteprima per la stampa, "anche uno spaccato storico dell'epoca e dello spirito dei tempi nel clima di Guerra Fredda". Ricordi personali di Kent accompagnano il percorso espositivo costellato da fotografie in bianco e nero e a colori, cimeli del tour, poster dei film in cui l'artista recitò, copertine di riviste ed LP, video, ricostruzioni di ambienti simbolici del viaggio. Prezioso, in questa galleria, il contributo di appassionati collezionisti come l'italiano Mauro Luppi, tra i maggiori cultori mondiali di Bowie. Andrew Kent (Los Angeles, 20 febbraio 1948) è un acclamato fotografo che ha creato molte delle immagini più iconiche delle superstar del rock degli anni Settanta, tra cui Freddie Mercury, Elton John, Jim Morrison, KISS, Iggy Pop e Frank Zappa, anche se la collaborazione più importante di Kent è stata con David Bowie dal 1975 al 1978.

Emozioni a Procida, l'omaggio a Massimo Troisi

Tra ricordi ed emozioni è aperta a Procida la mostra "Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi" finanziata dalla Regione Campania e prodotta dalla Scabec (nell'ambito del programma di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022,) presso Officine dei Misteri del Complesso di Palazzo d'Avalos, fino al 6 gennaio 2023. "Mi lega a quest'isola un ricordo fortissimo, doloroso anche, perché Massimo ai tempi delle riprese non stava bene - ha detto l'ideatore Stefano Veneruso, nipote di Troisi - Ma lui, con la sua caparbietà e ostinazione, volle portare avanti il film. Disse a mia madre: "'O voglio firnì co' 'o core mio". Allora fare un film sulla poesia era difficile, ci si domandava chi potesse andare a vederlo. E invece, è arrivato l'Oscar, il successo mondiale". Veneruso che fu assistente alla regia di Radford, ha spiegato la genesi del progetto: "La mostra è una narrazione, un racconto di Massimo attraverso estratti di sue interviste memorabili, ma soprattutto le opere di 49 artisti: ad ognuno ho anche chiesto di raccontare in poche righe il "proprio" Massimo. E' partito tutto da un'opera astratta di Massimo del 1992, la prima che ho collezionato a partire dal 1996. Da lì sono arrivate opere di persone che spontaneamente me le hanno regalate, fino all'opera magnifica del grandissimo Armando De Stefano, realizzata per un fortunatissimo compact disc di poesie di Paolo Neruda lette da artisti come Arbore, Foa, Amendola e tanti altri. E poi c'è l'opera delle opere, la bicicletta del Postino che, ventotto anni dopo le riprese del film, torna sull'isola di Procida". "La Scabec è felice e onorata e di aver organizzato questa mostra - ha detto Pantaleone Annunziata, amministratore unico - Quando Il Postino uscì nelle sale, ricordo che studiavo filosofia all'Università e mi imbattei in questa definizione: "tanto gli animali quanto gli angeli non ridono, ma ride solo l'uomo". Quindi la traccia dell'umano è nel riso, nel riso tragico. Troisi rappresenta (purtroppo solo in maniera simbolica oggi), e ha rappresentato la traccia dell'umano. Quando un simbolo riesce a esprimere tutta la sua forza come lui ha fatto, appartiene a ciascuno di noi." Hanno partecipato all'inaugurazione Felice Casucci, Assessore alla Semplificazione amministrativa e al Turismo della Regione Campania ("Troisi era l'affermazione della vitalità, della cultura partenopea come espressione di una dimensione del vivere non retorica, ma realizzata attraverso il sorriso e anche attraverso le lacrime, perché era una grande maschera, e come tutte le grandi maschera sapeva sorridere e sapeva anche piangere. In questa mostra troverete ciò che Troisi ci ha donato, ciò che è stato per noi, ovvero una grande festa delle emozioni"), Rosanna Romano, D.G. per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, Agostino Riitano Direttore Procida 2022.

Prosegue la mostra “Tutankhamon - Viaggio verso l'eternità”

Prosegue fino all'8 gennaio 2023 la mostra dedicata al più noto faraone dell'antichità. La suggestiva location del Castel dell'Ovo di Napoli ospita l'esposizione "Tutankhamon - Viaggio verso l'eternità" nel centenario della scoperta della faraonica sepoltura, che tante preziose informazioni ha fornito sulla conoscenza degli usi e costumi dell'antico popolo egizio. Nel novembre 1922 l'archeologo Howard Carter descrisse i momenti emozionanti di quella che in seguito si rivelò la più importante scoperta archeologica del XX secolo: «Era giunto il momento decisivo. […] ampliando un po' il foro, vi inserii una candela e scrutai dentro. […] man mano che i miei occhi si abituavano al buio, i particolari del locale emersero lentamente dall'oscurità: animali dall'aspetto strano, statue e oro, ovunque il luccichio dell'oro. Per un attimo rimasi muto per lo stupore, e quando Lord Carnarvon, incapace di attendere oltre, mi chiese ansiosamente: "Riuscite a vedere qualcosa?" fui solo capace di rispondere: "Sì, cose meravigliose"». Cent'anni dopo Napoli rende omaggio a quegli istanti impressi nella Storia ed ai loro protagonisti con questa mostra, a cura di Clarissa Decembri, organizzata dalla Innovation di Firenze con il patrocinio del Comune di Napoli. Al Castel dell'Ovo sono attualmente in esposizione oltre 100 riproduzioni dei reperti più importanti trovati nella tomba di Tutankhamon, realizzati a Il Cairo in collaborazione con il Ministero delle Antichità Egizie. Una sala dell'esposizione è dedicata alla mummificazione, dove sono illustrate le varie fasi dell'imbalsamazione. Ricostruzioni scenografiche e la realtà virtuale realizzata da Unsquare Life guidano il visitatore nella conoscenza dei reperti, della loro funzione e della loro storia. I più piccoli possono avvalersi di didascalie a loro dedicate.

Scatti di sale operatorie tra un intervento e un altro

Tre sale operatorie del Sud Italia, fotografate da Pino Musi esattamente cinque minuti dopo il termine dell'intervento chirurgico e l'uscita del paziente e del chirurgo, e dieci minuti prima del riordino della sala, da parte degli infermieri, per l'intervento successivo: è il contenuto della mostra "_08:08 Operating Theatre" a cura di Antonello Scotti, ospitata da Magazzini Fotografici a Napoli dal 17 settembre al 20 novembre. Le sale operatorie di '_08:08 Operating Theatre' diventano il campo di battaglia che Musi, artista visivo di fama internazionale e docente, sceglie per un "corpo a corpo" simultaneo fra sé stesso e gli elementi presenti nello scenario perlustrato, a pochi istanti dal termine di delicate operazioni chirurgiche. Immagini in bianco e nero che occultano, evitando sottolineature a effetto, la riconoscibilità evidente degli elementi di facile spettacolarità, creando, invece, annunciano gli organizzatori, "un percorso che orienta il fruitore a indagare l'interno della macchina scenica, ad analizzarne le tracce residue". È "un teatro senza attori, malati, medici e tecnici, presentato nella sua nudità, senza palpiti, ma con gli umori del post-factum resi attraverso i reperti, le scorie, i residui dell'azione, i relitti di un combattimento, di uno stato di emergenza che il bianco e nero disinnesca" suggerisce Musi "perché è il corpo il protagonista assoluto quanto paradossale di queste immagini, un corpo che è sul confine tra organico e inorganico, un corpo senza organi, come lo dichiara, con crudeltà senza redenzione, Antonin Artaud, in un testo, la Lettera a Pierre Loeb, che è diventato un manifesto dell'arte postumana". Come spiega Scotti, curatore della mostra: "L'immagine è un recinto visivo dove il corpo è solo evocato, ma mai presentato-rappresentato". Ad ospitare la mostra è Magazzini Fotografici, APS nata da un'idea della fotografa Yvonne De Rosa, che ha come finalità la divulgazione dell'arte della fotografia e la creazione di un dialogo a più voci che sia occasione di arricchimento culturale. L'evento è realizzato in collaborazione con la Galleria Tiziana Di Caro.

“Bill Viola. Ritorno alla Vita” alla chiesa del Carminiello a Toledo

Dal 2 settembre fino all’8 gennaio 2023 l’artista statunitense Bill Viola, padre della videoarte, torna a Napoli con una mostra pensata per la riapertura di un gioiello artistico della città. “Bill Viola. Ritorno alla Vita” è allestita all’interno della Chiesa del Carminiello a Toledo che, per l’occasione, riapre al pubblico. L’allestimento di “Bill Viola. Ritorno alla vita” comprende cinque video-opere di Bill Viola, appositamente selezionate dal Bill Viola Studio per la suggestiva location.