La Corte di Appello ha rigettato l'istanza considerando gli "attuali rapporti tra la federazione Russa e l'Ucraina" i quali "inducono a ritenere sussistente e concreto il rischio che, in caso di estradizione, Lavrenchuk Yevhen, possa essere sottoposto a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona”
L'ottava sezione penale della Corte di Appello di Napoli ha rigettato l'istanza con la quale la Federazione Russa ha chiesto l'estrazione del regista ucraino Yevhen Lavrenchuk, arrestato il 17 dicembre scorso a Napoli. La decisione dei giudici napoletani è stata presa in considerazione degli "attuali rapporti tra la federazione Russa e l'Ucraina" i quali "inducono a ritenere sussistente e concreto il rischio che, in caso di estradizione, Lavrenchuk Yevhen, che peraltro si è dichiarato oppositore politico del presidente russo Putin, possa essere sottoposto a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona”. Lavrenchuk era tornato libero lo scorso 4 marzo. In quell’occasione era stato il ministro Marta Cartabia a chiedere alla Corte di respingere la richiesta di estradizione. L'accusa mossa al regista dalla Russia è di frode su larga scala, per la quale è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione (LA DIRETTA - LO SPECIALE - I VIDEO DEGLI INVIATI).
Le parole del legale
"Siamo soddisfatti dell'esito perché la Corte ha riconosciuto che ci fosse il fondato dubbio che l'estradizione fosse stata chiesta per ragioni politiche", ha commentato l'avvocato difensore Alfonso Tatarano. "Sia la Procura Generale, sia il ministro della Giustizia - ha aggiunto - hanno chiesto ai giudici che il regista non venisse estradato proprio per il pericolo che fosse sottoposto a trattamenti persecutori in considerazione della crisi internazionale tra i due Paesi".