Documenti falsi per immigrati clandestini: sgominata banda a Napoli

Campania
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Blitz dei carabinieri contro un'associazione a delinquere che, dietro compenso, faceva avere documenti falsi per permessi di soggiorno in Italia a extracomunitari provenienti anche dalle “aree di crisi” a rischio terroristico. Quattordici le misure cautelari

I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale hanno sgominato a Napoli un'associazione a delinquere composta da cittadini afgani, pakistani e italiani, che dietro compenso faceva avere documenti falsi per permessi di soggiorno in Italia - e quindi per l'area Schengen - a pakistani, indiani, tunisini, marocchini, afghani, ucraini e russi, oltre che a extracomunitari provenienti dalle 'aree di crisi' a rischio terroristico. Notificati a vario titolo un arresto in carcere, due ai domiciliari e 11 obblighi di dimora per associazione a delinquere finalizzata a favorire l'immigrazione clandestina, falso ideologico e materiale. Sequestrato anche un internet point abilitato all'invio di denaro attraverso i circuiti Wester Union, Sigue, Ria e Moneygram, base operativa dell'organizzazione.

Inchiesta avviata dopo gli attentati di Parigi

Le indagini che hanno portato all'operazione odierna sono scattate dopo gli attacchi terroristici in Francia e in Belgio (tra il 2015 e il 2016), come il blitz alla sede del giornale satirico parigino "Charlie Hebdo" del 7 gennaio 2015 e l'attentato al teatro Bataclan del 13 novembre 2015. A coordinare l'inchiesta è stata la Procura di Napoli, che contesta anche il reato di corruzione. A capo dell'organizzazione c'erano il pakistano I. N. (proprietario anche dell'internet point sequestrato), per il quale è stato disposto il carcere, e il marocchino L. C., per il quale il gip ha disposto i domiciliari. L'organizzazione si estendeva oltre i confini italiani: gli indagati erano infatti in contatto con persone residenti in Belgio e Francia. La documentazione falsa per i permessi di soggiorno (certificati di residenza, dichiarazioni di ospitalità, certificati di conoscenza della lingua italiana, contratti di lavoro, iscrizioni alla camera di commercio come commerciante, dichiarazioni reddituali fasulle e nullaosta alloggiativi), stampata a Napoli, veniva anche fatta pervenire a persone residenti in quei Paesi. Ovviamente tutto dietro compenso. 

Arrestato un dipendente comunale

Tra gli arrestati figura anche il dipendente di una municipalità del Comune di Napoli, P. A., 65 anni, che si occupava del rilascio e del rinnovo delle carte d'identità, dell'emissione dei certificati di residenza e degli stati di famiglia. L'uomo aveva stabilito un tariffario per le sue "prestazioni". I guadagni illeciti, attraverso transazioni bancarie e i circuiti Money Transfer, finivano su conti correnti pachistani. Un altro modo per trasferire i soldi era il sistema "hawala", un meccanismo informale di trasferimento di valori basato sulle prestazioni e sull'onore di una vasta rete di mediatori, localizzati principalmente in Medio Oriente, Nord Africa, nel Corno d'Africa ed in Asia meridionale, secondo alcuni esperti utilizzato anche per finanziare il terrorismo. L' hawala è fortemente radicato nella cultura islamica ed è basato sulla fiducia: consente il passaggio di ingenti somme di denaro tra persone di diverse nazioni. 

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