Agli indagati la Procura della Repubblica per i Minorenni di Napoli contesta il reato di rapina aggravata in concorso con altri quattro ragazzi, due 17enni e due 19enni, anche loro sottoposti a fermo
La polizia di Napoli ha sottoposto a fermo di pm i due 16enni ritenuti coinvolti nell'aggressione ai danni del rider, scattata la notte tra venerdì e sabato scorsi, a cui poi è stato rapinato lo scooter. Agli indagati la Procura della Repubblica per i Minorenni di Napoli contesta il reato di rapina aggravata in concorso con altri quattro minori. Non solo. Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla Procura della Repubblica (procuratore aggiunto Rosa Volpe) e dalla Procura dei Minorenni di Napoli (sostituto procuratore Nicola Ciccarelli) e ha riguardato anche due 19enni e due 17enni. I sei giovani hanno picchiato la vittima e usato anche una pistola e un coltello per costringerla a consegnare il mezzo. Il fermo è stato emesso in quanto gli inquirenti hanno ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di fuga.
Domani l'udienza di convalida
Secondo quanto si è appreso, è stata fissata per domani, davanti al gip di Napoli Enrico Campoli, l'udienza di convalida del decreto di fermo emesso nei confronti dei due 19enni. Per quanto riguarda, invece, i quattro minorenni, l'udienza di convalida davanti al giudice Marina Ferrara del Tribunale dei Minorenni di Napoli, si dovrebbe tenere giovedì.
La vicenda
I sei sono entrati in azione con cappucci delle felpe in testa e mascherine nere e sciarpe sul viso, in sella a due scooter (tre giovani per ciascun motociclo). Sono stati i riscontri dei passaggi dei due scooter (uno risultato rubato, l'altro intestato a un pregiudicato per rapina) a consentire agli inquirenti di individuare i responsabili della rapina. I due indagati si sono consegnati alla polizia dopo essersi riconosciuti nel video che ritraeva la banda di giovani in azione. Davanti agli investigatori della squadra mobile e al magistrato della Procura dei Minorenni hanno però riferito versioni dei fatti differenti. Uno dei due minorenni ha confessato solo le circostanze innegabili, affermando di conoscere gli altri componenti la banda. L'altro ha invece smentito questa versione. I due giovani sono stati chiusi dalla polizia nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei.
Francesco Borrelli: "Criminali operano in zona rossa"
"I figli di camorristi non posso che intraprendere la carriera criminale. C'è la zona rossa e il coprifuoco, ma i criminali operano indisturbati". Lo afferma in una nota il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli che, citando Fanpage.it, aggiunge che "nella serata del 4 gennaio, un altro rider, un 33enne, è stato rapinato in via Terracina, tra Fuorigrotta e Bagnoli. L'uomo ha tentato di reagire per non farsi portare via lo scooter, ma è stato colpito al volto con il calcio della pistola dai due rapinatori". Poi: "I ragazzi vanno puniti, devono scontare il massimo della pena prevista, altrimenti, se così non fosse, si lascerebbe passare il messaggio che il crimine resta impunito, ma questo non basta, bisogna andare oltre e curare le piaghe sociali a monte. Li dove camorra, mancanza di leggi e criminalità governano le istituzioni devono farsi sentire e vedere fortemente ripristinando legalità e dignità sociale dando vita anche dei programmi di rieducazione, allontanando, se necessario, anche i minori dalle famiglie di provenienza se esse appartengono alla malavita organizzata e se non sono in grado di impartire ai giovani nient'altro che un 'educazione' all'illegalità e al crimine, come nel caso dei rapinatori di Gianni".
Cardinale Sepe: "Aggressori schegge impazzite"
"Ho visto i filmati dell'aggressione a Calata Capodichino. Gli aggressori mi sembrano delle schegge impazzite. Bisogna chiedersi il perché di tanta violenza". Lo ha detto l'arcivescovo uscente di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che oggi ha incontrato i giornalisti al termine del suo mandato episcopale a Napoli, parlando dell'aggressione al rider. "Dobbiamo risalire alle cause di questi episodi", ha ammonito il cardinale Sepe invitando tutti ad affrontare le cause principali che "determinano il malessere dei giovani. Io sto pregando per questi ragazzi e per la vittima che li ha perdonati. E a Napoli hanno fatto una colletta per riacquistare il motorino. Solo a Napoli - ha concluso - possono accadere cose del genere".
Legale di uno dei due 16enni: “La madre vuole chiedere scusa”
"La sua famiglia è distrutta, lui è figlio di gente perbene, non di delinquenti. La madre mi ha detto di voler subito chiedere scusa alla vittima di quelle violenze". Lo annuncia l'avvocato Carlo Ercolino, legale di uno dei due 16enni coinvolti nell’aggressione. “È stato un episodio assolutamente deprecabile e intollerabile - dice ancora l'avvocato - ma, per le modalità con le quali è stato portato a termine, più che a una rapina somiglia a un atto di bullismo, perpetrato dal branco nei confronti di un uomo che a 50 anni, per dare da mangiare alla sua famiglia, si è piegato a fare un lavoro da ragazzino. A loro occhi deve essere sembrato un fallito e forse proprio per questo, complice il contesto e l'ignoranza, hanno deciso di 'bullizzarlo', rubandogli, infine, anche lo scooter".
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