Napoli, blitz contro la camorra all’alba: 51 misure cautelari

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Gli indagati sono gravemente indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati e di altre attività illecite

È scattata all’alba di questa mattina un’operazione di polizia e carabinieri contro la camorra nei quartieri di San Pietro a Patierno, Secondigliano e Scampia. Le forze dell’ordine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno notificato finora 46 delle 51 misure cautelari a carico di altrettante persone ritenute affiliate al clan "Vanella Grassi” e gravemente indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati e di altre attività illecite, come traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e detenzione illegale di armi.

Le indagini

Dall'inchiesta emerge che le piazze di spaccio della Vanella Grassi lavoravano anche durante il lockdown. Secondo le accuse, le varie anime criminali del gruppo camorristico erano tenute insieme dal traffico e dallo spaccio della droga ma anche dalla figura criminale carismatica di S.P. che, anche dal carcere, dettava ordini e guidava il clan, tra i più feroci tra Scampia, Secondigliano e San Pietro a Patierno. La Vanella Grassi, i cui componenti vengono chiamati anche "i girati" per la sua natura ribelle, è storicamente attiva nell'area nord di Napoli: fu dapprima satellite dei Di Lauro per poi confluire tra gli scissionisti degli Amato-Pagano fino ad assumere una sua autonomia dopo la sanguinosa faida del 2012-13 che la vide nella contrapposizione con gli Abete-Abbinante. L'attività investigativa copre le attività del clan dal 2016 ad oggi.

Le attività del clan

Suddiviso in vari gruppi, spesso in guerra tra di loro, l'organizzazione camorristica è stata tenuta insieme da un unico interesse: la droga. Ma senza mai perdere la sua "vena brutale", elemento caratterizzante maturato quando ricopriva il ruolo di "gruppo di fuoco" prima dei Di Lauro poi degli Amato Pagano, a cui devono i loro canali di approvvigionamento della cocaina. Dopo la droga erano le estorsioni a foraggiare il clan: gli investigatori hanno raccolto parecchi elementi a supporto di questa ipotesi che hanno visto vittime di commercianti di San Pietro a Patierno e di altre zone su cui il clan esercita la propria influenza (Scampia e Secondigliano). È risultato, inoltre, che i titolari delle bancarelle del mercatino ambulante che si tiene settimanalmente nei pressi della villa comunale di Scampia, oltre 120, dovevano regolarmente versare all'organizzazione una somma a titolo di tangente. Il controllo sul territorio e su ogni forma di produzione di ricchezza è stato così pervasivo che l'organizzazione criminale da un lato, avanzava richieste estorsive anche ai pusher della droga venduta 'fuori sistema' e, dall'altro, progettava rapine all'Ufficio Postale di San Pietro a P. ed al deposito dell'area commerciale di Calata Capodichino.

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