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Tangenti in ospedale a Caserta: confiscati beni per 6 milioni a imprenditori collusi

Campania

L’inchiesta portò allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’ospedale, primo e unico caso in Italia 

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Beni del valore di oltre 6 milioni e mezzo di euro sono stati confiscati a cinque imprenditori del Casertano, accusati di aver vinto, tramite le aziende di loro proprietà, appalti nell'ospedale di Caserta per conto della camorra. La confisca ha riguardato beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti già oggetto di sequestro nel 2015 e 2016.

Gli imprenditori collusi

Il decreto è stato eseguito dagli investigatori della Dia di Napoli su ordine della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Destinatari del provvedimento sono gli imprenditori R. D., 53 anni, V. C., 38 anni, O. C., 74 anni, D. F., 69 anni, e L. I., 43 anni. I cinque, attivi nel settore edile e tecnologico, erano stati condannati in appello a pene dai sette agli otto anni di reclusione.

L'inchiesta

L'inchiesta è iniziata nel 2015 ed è proseguita fino al 2017. In questo periodo l'ospedale di Caserta venne sciolto per infiltrazioni camorristiche - primo e unico caso in Italia - e amministrato da una commissione formata da tre funzionari. Secondo le indagini, attraverso connivenze e collusioni, il clan guidato da Michele Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all'interno dell'Ospedale casertano.