Fiumi di eroina dal Pakistan, smantellato clan a Castel Volturno

Campania
Foto di Archivio (ANSA)

Sono 16 le persone arrestate: 13 finite in carcere, tre ai domiciliari. La droga veniva affidata a corrieri che la portavano in Italia ingerendo gli ovuli o nascondendola nei bagagli

La Dda di Napoli ha smantellato un'organizzazione criminale formata in prevalenza da nigeriani che importava eroina in Italia, con epicentro a Castel Volturno (Caserta), per poi distribuirla anche in Europa. Sono 16 le persone arrestate: 13 finite in carcere, tre ai domiciliari. Gli arrestati sono quasi tutti nigeriani, ma ci sono anche ghanesi e due italiani, che spacciavano a Roma e Latina.

Le indagini

I carabinieri hanno iniziato le indagini partendo da alcune persone ritenute appartenenti alla malavita organizzata nigeriana presenti a Castel Volturno nei cui confronti è stato accertato un ruolo di primo piano nell'importazione dell'eroina dal Pakistan, paese produttore. Droga che arrivava poi in paesi africani con i quali i fornitori mantenevano forti legami, tra cui la madrepatria Nigeria, ma anche il Niger, il Malawi, l'Uganda, la Tanzania, il Ruanda, per poi essere affidata a corrieri che la portavano in Italia ingerendo gli ovuli o nascondendola nei bagagli.

La scelta dei corrieri

Inoltre, da quanto risulta dalle indagini, i trafficanti si rivolgevano a un mago perché "facesse le carte" ai corrieri della droga. Devoti all'occulto, i nigeriani si rivolgevano a una persona con poteri ritenuti soprannaturali che doveva stabilire se quella fatta sui corrieri fosse stata la scelta giusta. Inoltre, il santone doveva anche fare preghiere perché il viaggio andasse a buon fine e il corriere arrivasse in Italia "sano e salvo" il che voleva dire con il carico ancora intatto. Modalità che ricordano quelle dei riti voodoo, ai quali vengono sottoposte le ragazze nigeriane che arrivano in Italia per poi essere portate in strada a prostituirsi.

Gli arresti precedenti

Nel corso delle indagini, cominciate nel 2015, sono state arrestate 19 persone, quasi tutti corrieri nigeriani, ma anche ruandesi, ghanesi e tanzaniani, e sequestrati in totale 19 chili di eroina, trovati in 976 ovuli e due pacchi nascosti in bagagli. Per ogni viaggio, è emerso, per esempio tra Uganda e Italia, i corrieri guadagnavano dai 3000 ai 6000 euro; un chilo di cocaina costava invece ai fornitori tra i 30 e i 40mila euro. Dalle indagini è emerso il coinvolgimento di poliziotti africani e di dipendenti delle dogane africani che, pagati dai trafficanti, facilitavano il passaggio dei corrieri ai varchi aeroportuali o fornivano visti d'ingresso falsi. I pagamenti delle transazioni illecite avvenivano inoltre con circuiti internazionali di money transfer o mediante accrediti su carte postepay.

Napoli: I più letti