Omaggio a boss scarcerati, la condanna del Consiglio comunale di Pozzuoli

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Dopo le parole del sindaco, anche l’assemblea cittadina ha deplorato quanto accaduto nel rione Monteruscello, dove la sera del 31 ottobre due camorristi appena usciti di prigione sono stati accolti con musica e fuochi d’artificio 

Dopo il sindaco, anche il Consiglio comunale di Pozzuoli condanna duramente la festa organizzata nella sera di giovedì 31 ottobre, nel rione Monteruscello, per celebrare la scarcerazione di due camorristi affiliati ai clan Longobardi e Beneduce. "È un episodio che va condannato con forza e senza esitazione", sottolineano il presidente Luigi Manzoni e l'intera assemblea cittadina. "A Pozzuoli siamo impegnati da tempo nel contrasto a ogni forma di illegalità e di sopraffazione e non c'è spazio per i camorristi", aggiungono. A omaggiare il ritorno a casa dei due pregiudicati anche un concerto di cantanti neomelodici e fuochi d’artificio, nonostante il divieto imposto dal Comune.

"Cultura della legalità per garantire futuro alla città"

Nel febbraio del 2018, proprio nel quartiere Monteruscello, duemila studenti si radunarono per marciare a difesa della legalità e per condannare gravi episodi di sopraffazione dei clan malavitosi. "Tutte le attività messe in campo, come ricordato dal sindaco, vanno in questa direzione - spiegano ancora i membri del Consiglio -, a partire dall'Osservatorio per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa. Solo affermando in ogni momento e in ogni luogo la cultura della legalità - concludono - possiamo garantire un futuro a questa città".

La condanna del sindaco

Sull’episodio, sul quale indagano i carabinieri, ieri era intervenuto anche il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia: "Pozzuoli non è una città di camorra e provo disprezzo assoluto verso chi ha voluto omaggiare il ritorno dal carcere di membri appartenenti ai clan”, ha dichiarato il primo cittadino. "Loro, i camorristi, non sono nessuno, non valgono nulla. Rovinano soltanto l'immagine di una terra e di una comunità di gente perbene che lotta ogni sacrosanto secondo per affermare regole, rispetto e legalità. C'è lo Stato, ci sono le istituzioni e le nostre porte sono sempre aperte per ascoltare tutti coloro che si trovano in difficoltà - ha aggiunto Figliolia - è grave e pericoloso avere come punto di riferimento gente che con la legalità non ha nulla da condividere. Ed è grave ancora di più che non si riesca a capire che in questo modo si distrugge il futuro dei propri figli".  

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