Bus in scarpata, la Procura di Avellino ricorre in appello

Campania
La strage ad Avellino

La sentenza era stata emessa l'11 gennaio scorso nei confronti dei 14 imputati nel processo per la strage di "Acqualonga", il viadotto dell'A16 della Napoli-Canosa dal quale, il 28 luglio del 2013, era precipitato il mezzo, causando la morte di 40 persone

È stato formalizzato, da parte della Procura di Avellino, il ricorso in appello nei confronti della sentenza emessa l'11 gennaio scorso nei confronti dei 14 imputati nel processo per la strage di "Acqualonga", il viadotto dell'A16 della Napoli-Canosa dal quale, il 28 luglio del 2013, era precipitato il bus, causando la morte di 40 persone. Già all'indomani della sentenza - sei assoluzioni e sei condanne - era apparso chiaro l'intento della procura di impugnare la decisione del giudice di primo grado.

Un solo escluso nel ricorso

Nel ricorso è stato escluso un solo imputato, Vittorio Saulino, il funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli accusato di aver partecipato alla falsa revisione del bus e che, nel primo grado di giudizio, era stato assolto. La sentenza del giudice Buono aveva assolto sei dirigenti e funzionari della società Autostrade, tra i quali l'ad Giovanni Castellucci, e condannato altri sei dipendenti ed ex dipendenti della stessa società a pene varianti dai sei ai cinque anni per disastro colposo e omissione in atti di ufficio. Le pene più alte erano state comminate al proprietario del bus, Gennaro Lametta, condannato a 12 anni per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso e ad Antonietta Ceriola, la funzionaria della Motorizzazione, condannata a otto anni per aver attestato la falsa revisione dell'automezzo.

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