Camorra, droga e associazione mafiosa: 11 arresti in Campania

Campania
Il denaro contante sequestrato dalla guardia di finanza (ANSA)

Nove persone sono in carcere, mentre alle altre due sono stati concessi i domiciliari. Sono ritenuti affiliati a una nuova associazione mafiosa armata, il cosiddetto clan Batti

In Campania i carabinieri hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 11 persone (per nove è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per altri due gli arresti domiciliari) ritenuti promotori o affiliati o agevolatori di una nuova associazione mafiosa armata, il cosiddetto clan Batti, operante nei comuni di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e zone vicine. Le 11 persone risultano indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di arma da fuoco, estorsione e violenza privata, aggravate dal metodo mafioso e dallo scopo di favorire il clan Batti.

La prima ordinanza

La prima ordinanza di custodia cautelare ha origine da un'indagine svolta tra la fine del 2013 e la fine del 2014 e focalizzata sull'esistenza e operatività del nuovo clan, dedito al commercio di stupefacenti e strutturato intorno alla famiglia Batti, in particolare ai fratelli Alfredo, Luigi e Alan Cristian, detti "i milanesi". Alcuni collaboratori di giustizia avevano rivelato che già nel 2008 i Batti erano stati autorizzati dal clan Fabbrocino a spacciare stupefacenti a San Giuseppe Vesuviano, dietro versamento di una quota di proventi allo stesso clan. Nel corso delle indagini è emerso come il clan si imponesse sul territorio attraverso azioni punitive e ritorsive nei confronti di terzi entrati in contrasto per il mancato pagamento delle forniture o per sconfinamenti territoriali. 

La seconda ordinanza

La seconda ordinanza di custodia cautelare, invece, deriva da un'ulteriore attività investigativa che ha evidenziato la capacità del sodalizio criminale di approvvigionarsi di considerevoli quantità di droga. Alcuni operatori portuali di Salerno erano stati incaricati dal clan nel gennaio 2015 di agevolare l'uscita da quel porto di un container frigo proveniente dall'Ecuador con un carico di banane, che però celava all'interno del vano motore un grosso carico di stupefacente. In quell'occasione due dipendenti di una società di spedizione non sono erano a recuperare la sostanza stupefacente a causa di inaspettate complicazioni burocratiche e il container, svuotato delle sole banane, è stato reimbarcato su una nave diretta a Rotterdam. Una volta giunta nel porto olandese, la nave era stata sottoposta a perquisizione ed erano stati trovati e sequestrati 40 chili di cocaina per un valore stimato di 1,2 milioni di euro. La perdita dell'ingente carico aveva spinto Alfredo Batti a pretendere un risarcimento da tutti i soggetti ritenuti responsabili del mancato recupero della sostanza stupefacente.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini

"Undici arresti in Campania. Così le Forze dell'Ordine hanno colpito una nuova associazione armata e che faceva affari con la droga: grazie alle donne e agli uomini in divisa e agli inquirenti. Non abbassiamo la guardia e giovedì sarò a Napoli". Lo dice il ministro degli Interni, Matteo Salvini.

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