Napoli, appalti al clan dei Casalesi: perquisizione nella sede di Rfi

Campania
Foto di archivio (Fotogramma)

Sono una decina gli indagati nell'inchiesta che deve far luce su una serie di appalti che, secondo l'accusa, sarebbero stati affidati a imprenditori legati al clan dei Casalesi 

I carabinieri hanno effettuato alcune perquisizioni nelle sedi di Rfi, a Napoli e Roma. I militari, su delega della Dda di Napoli, hanno perquisito gli uffici di alcuni dirigenti nell'ambito di un'inchiesta su appalti concessi a ditte ritenute riconducibili, a detta degli inquirenti, a imprenditori strettamente legati al clan dei Casalesi. Una decina gli indagati per corruzione e turbativa d'asta, i reati sono aggravati dall'aver agevolato un clan di mafia.

Le indagini

Tra gli indagati ci sono Nicola e Vincenzo Schiavone, lontani parenti del capo clan. Con loro anche alcuni dipendenti Rfi, tra i quali figurano tre alti dirigenti. Uno è Massimo Iorani, a capo del Dac (Direzione acquisti di Rfi), che secondo l'attività investigativa è risultato molto amico di Nicola Schiavone che lo avrebbe ospitato in noti alberghi della costa campana, e al quale Schiavone, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe dato una grossa mano affinché facesse carriera. Un altro dirigente indagato è Paolo Grassi che, secondo la Dda si sarebbe occupato di alcuni appalti finiti nelle mani delle aziende riconducibili a Nicola Schiavone. Il terzo dirigente di Rfi è Giuseppe Russo, dirigente del Dipartimento Trasporti a Napoli.

Appalti e favori

Nicola e Vincenzo Schiavone, entrambi finiti nel maxi processo Spartacus (il primo è stato assolto, il secondo, invece, condannato) sono imprenditori ritenuti dagli inquirenti molto vicini al boss 'Sandokan', recluso in regime di carcere duro. Ai dirigenti finiti nell'inchiesta, che lo avrebbero agevolato, Nicola Schiavone, avrebbe dato una grossa mano per fare carriera all'interno di Rfi, una circostanza su cui sono in corso ulteriori accertamenti. Nicola che è risultato a capo di una società di consulenza, in una serie di intercettazioni ha più volte ribadito di essere diventato imprenditore grazie all'aiuto di Sandokan.

I legami con Sandokan

Nicola Schiavone nel 1979 suggella lo stretto rapporto facendo da padrino di battesimo del primogenito (chiamato Nicola) di Sandokan, attualmente collaboratore di giustizia e, verosimilmente colui che ha dato impulso alle indagini all'anticorruzione della Dda. Sono, al momento, una decina gli appalti finiti sotto la lente di ingrandimento dei Pm Antonello Ardituro, Graziella Arlomede coordinati dell'aggiunto Luigi Frunzio, i quali ritengono che siano stati assegnati in maniera sospetta al gruppo di ditte riconducibili a Nicola Schiavone, risultate intestate a prestanome. Solo la Bcs srl, con uffici a Napoli e provincia, sarebbe direttamente riconducile all'imprenditore.

La risposta di Rfi: "Piena collaborazione con i magistrati"

In relazione alle notizie "riportate oggi dai media circa le indagini della Procura della Repubblica di Napoli, Rete Ferroviaria Italiana - si legge in una nota - garantisce la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti da parte degli inquirenti e conferma la propria fiducia nell'autorità giudiziaria".
"In base agli sviluppi delle indagini, Rfi - prosegue la nota - valuterà eventuali azioni a propria tutela".

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