Maddaloni, voti di scambio: ai domiciliari 4 famigliari del boss

Campania
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Notificati i domiciliari per Teresa Esposito, sorella del boss Antonio, per i due fratelli, Giovanni ed Edoardo, e per la loro madre. Intimidazioni nei confronti di chi non aveva votato la Esposito

A Maddaloni, in provincia di Caserta, la squadra mobile ha notificato gli arresti domiciliari per voto di scambio a Teresa Esposito, sorella del boss Antonio Esposito, ai suoi due fratelli Giovanni ed Edoardo e alla loro madre, la signora Di Caprio. Viene loro contestato il reato di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso.

Le promesse in cambio dei voti

Dalle indagini della polizia, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è emerso che gli indagati promettevano denaro e posti di lavoro in aziende comunali. In un caso, i fratelli Esposito hanno promesso a un imprenditore attivo nella distribuzione di gas controlli vessatori a un'impresa concorrente. Per la DDA di Napoli, il boss Esposito avrebbe dettato legge nel quartiere di Maddaloni in cui la sorella Teresa è riuscita a farsi eleggere due volte al Consiglio comunale, provandoci, senza riuscirvi, anche nella tornata della primavera scorsa.

La 'caccia al traditore'

Tra i capi d'imputazione figurano anche le minacce rivolte a coloro che non votarono la donna nonostante la promessa della propria preferenza. Qualche settimana prima del voto, infatti, ad Antonio Esposito era stato comminato un ergastolo in primo grado per l'omicidio di Daniele Panupucci, avvenuto a Maddaloni nel 2016 e maturato nell'ambito dello spaccio di droga. L'arresto aveva attenuato sensibilmente il potere intimidatorio del clan. Dalle intercettazioni è emersa una vera e propria 'caccia al traditore', visto che la Esposito si attendeva un centinaio di voti in più rispetto a quelli poi effettivamente ricevuti.

Le minacce al PM durante il processo al fratello Antonio

Edoardo Esposito aveva minacciato platealmente in udienza il PM della DDA di Napoli Luigi Landolfi, il sostituto che ha coordinato l'indagine. "Ti taglio la testa" aveva urlato Edoardo Esposito al PM nel maggio scorso, al termine del processo che aveva condannato all'ergastolo per omicidio il fratello Antonio. La rabbia di Edoardo Esposito era scattata dopo lettura della sentenza da parte della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere. Seduto al primo piano dell'aula, nella zona riservata al pubblico, l'uomo aveva prima sbattuto la testa contro il vetro, e poi lanciato offese e minacce al PM. È stato denunciato per oltraggio e minacce.

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