Russia e Ucraina, dal Maidan allo scontro navale nel Mar Nero: 5 anni di tensioni

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Foto: Ansa

Gli scontri tra i Paesi iniziano dalle rivolte di Kiev, quando è stato rovesciato il governo filo-Cremlino di Yanukovich. L’annessione della Crimea da parte di Mosca è stato l’episodio più significativo, seguito da altri, come lo scontro navale nello Stretto di Kerch

Dalle rivolte di Kiev contro il governo filo-russo di Viktor Yanukovich, fino allo scontro nello Stretto di Kerch tra navi della Marina russa e di quella ucraina, passando per l’annessione della Crimea da parte di Mosca: dal 2013 sono continue le tensioni tra i due Paesi dell’ex Unione Sovietica, sullo sfondo di un conflitto a bassa intensità tra separatisti filo-russi ed esercito governativo nelle regioni del Donbass. Ecco le tappe principali.

La rivolta di Kiev e la deposizione di Yanukovich

Le tensioni tra Russia e Ucraina iniziano con le rivolte in piazza Indipendenza, al centro di Kiev (LE FOTO DEL MAIDAN PRIMA E DOPO), che dal 21 novembre 2013 al 22 febbraio 2014 paralizzano il Paese, portando al rovesciamento dell'allora governo del presidente filo-Cremlino, Viktor Yanukovich. Era lui il leader che aveva deciso di ritirarsi dai negoziati sull'accordo di associazione con l'Unione europea. La protesta, a sostegno di una maggiore integrazione con l'Ue e di un allontanamento dall'influenza russa, porta al potere un governo filo-occidentale.

Il referendum e l’annessione della Crimea

Pochi giorni dopo la deposizione di Viktor Yanukovich, nella regione a maggioranza russofona della Crimea iniziano le proteste di attivisti filo-russi contro il nuovo governo. Viene così indetto un referendum: è il primo passo verso l'annessione della Crimea da parte di Mosca prima con il dispiegamento di militari nelle strade delle principali città della penisola. Gli abitanti della Crimea vanno così alle urne il 16 marzo 2014 e il risultato vede la regione annessa a Mosca (FOTO). Tuttavia si tratta di un referendum mai riconosciuto dalla Comunità internazionale (VIDEO).

 Il conflitto armato a Donbass

In seguito all'annessione della Crimea e a un movimento di proteste filorusse nell'Ucraina orientale, in particolare nella regione Donbass, la cui città principale è Donetsk, a partire da aprile 2014 le dimostrazioni anti-governative sfociano in un conflitto armato, che ha fatto già oltre 10 mila morti. Gli accordi di Minsk, che prevedevano un cessate il fuoco e un ritiro di 15 km di artiglieria pesante da entrambi i lati della "linea di contatto" tra le truppe ucraine e filorusse, non vengono applicati e il conflitto continua a bassa intensità. Si fronteggiano le milizie separatiste delle due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, accusate di essere sostenute da Mosca, e le forze governative. Un conflitto, questo, che ha avuto rivolti sociali gravissimi sia a livello locale sia a livello internazionale. Dallo scoppio di questo scontro, per esempio, anche nel calcio viene impedito un match tra squadre ucraine e russe nelle fasi iniziali delle competizioni europee.

L’abbattimento del volo della Malaysia Airlines

A luglio 2014 il volo MH17 della Malaysia Airlines viene abbattuto sui cieli dell'Ucraina orientale da un missile sparato da territorio controllato dai separatisti. Il disastro fa scattare dure sanzioni economiche contro Mosca, che era già stata colpita da misure punitive per via dell'annessione della Crimea. Secondo l’indagine internazionale partita poco dopo il disastro, il volo, partito dall'Olanda e diretto a Kuala Lumpur, sarebbe stato abbattuto da un missile proveniente da una base militare russa, in particolare dalla 53esima brigata delle forze armate di stanza a Kursk in Russia. Mosca e Kiev si sono rimpallati la responsabilità del disastro, anche perché missili Buk sono in dotazione anche alle forze armate ucraine.

La definitiva annessione della Crimea

Il 15 maggio 2018, Mosca sancisce l'annessione irreversibile della Crimea, inaugurando i 19 chilometri del ponte sullo Stretto di Kerch, costato più di 93 milioni di euro e ha un'importante valenza politica. Kiev protesta, mentre l'Ue denuncia che "la costruzione del ponte mira all'ulteriore integrazione forzata della penisola annessa illegalmente e al suo isolamento dall'Ucraina". Intanto L'11 novembre, le elezioni a Donetsk e Lugansk, bollate da Kiev, Ue e Usa come "illegittime", confermano i due leader filo-russi, Denis Pushilin e Leonid Pasechnik.

La battaglia navale nel Mar Nero

Tra il 25 e il 26 novembre 2018, ancora alta tensione tra Ucraina e Russia nel mar Nero, al largo della Crimea. La causa dello scontro sarebbe stata un’incursione della Marina ucraina definita "una provocazione": un rimorchiatore, che trainava due mezzi militari, diretti dal Mar Nero verso lo Stretto, ha attraversato senza autorizzazione le acque russe. Kiev ha da parte sua accusato la Russia di aver deliberatamente speronato il rimorchiatore e di aver aperto il fuoco, ferendo gravemente due marinai e sequestrando successivamente le tre navi della flotta ucraina.

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