Lori Lightfoot, chi è la nuova sindaca di Chicago

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Ambra Orengo

È la prima sindaca afroamericana e apertamente omosessuale della città. Ma in campagna elettorale ha sottolineato soprattutto di essere il volto nuovo, impegnata contro la corruzione e la povertà che affliggono la metropoli

Ha vinto le elezioni amministrative di Chicago, diventando la prima sindaca donna, afroamericana e dichiaratamente omosessuale della storia della città. È Lori Lightfoot, avvocata 56enne ed ex procuratrice federale. A maggio, succederà a Rahm Emanuel alla guida della terza città più popolosa d'America, affrontando i problemi che la caratterizzano: debiti, calo della popolazione e alti tassi di criminalità e omicidi.

Gli anni degli studi

Lori Elaine Lightfoot nasce il 4 agosto 1962 a Massillon, nell’Ohio. È la più piccola di quattro figli. I suoi genitori, nati negli anni ’20, sono cresciuti nel Sud segregazionista degli Usa, prima di trasferirsi entrambi con le loro famiglie in Ohio. Dopo la nascita dei primi due figli, il padre di Lori ha una grave malattia e, dopo un anno di coma, si risveglia completamente sordo. La disabilità del padre, si legge sul sito della neosindaca, plasma profondamente la visione di giustizia sociale ed eguaglianza che caratterizza da allora l’azione di Lightfoot. Nonostante i problemi economici della famiglia, Lori riesce a studiare, fino a laurearsi alla University of Michigan in Scienze Politiche. In quel periodo, arriva ad avere fino a sette lavori contemporaneamente, per riuscire a mantenersi. Dopo il college, riceve una borsa di studio per la scuola di legge della University of Chicago, dove si laurea nel 1989. Dall’86, Lori vive e lavora nella città che ora sarà chiamata a dirigere.

La carriera nel settore pubblico

Completati gli studi, Lori inizia la propria carriera nel settore pubblico, diventando assistente procuratrice per il distretto nord dell’Illinois. La sua scelta di dedicarsi al pubblico si lega alla necessità di rappresentare le istanze della comunità afroamericana di cui fa parte e il desiderio di riparare le ingiustizie. Successivamente, viene assunta anche all’interno del dipartimento di Polizia di Chicago, con il ruolo di “supervisore” delle presunte cattive condotte degli agenti (inclusi i casi di sparatorie contro i civili e uso eccessivo della forza). Diventa anche il capo del Chicago Police Board, con il compito di giudicare episodi relativi alla condotta dei poliziotti. In diversi casi affrontati nella sua carriera legale (sia pubblica che privata), Lightfoot si scaglia contro la corruzione e il mal governo della città di Chicago.

La candidatura come sindaca

Il 10 maggio 2018, Lightfoot annuncia la propria candidatura a sindaco di Chicago. Dopo la rinuncia del sindaco uscente Rahm Emanuel (Partito democratico) a candidarsi per un terzo mandato, la principale rivale di Lori è Toni Preckwinkle, anche lei afroamericana e presidente del partito democratico della contea Cook. Durante la campagna elettorale, polemiche e animosità si scatenano tra le fazioni a sostegno delle due donne. Tra chi appoggia Lightofoot ci sono anche i media locali, come il Chicago Tribune e il Sun-Times, mentre alcuni personaggi cittadini ne criticano l’operato come procuratrice federale. Il 2 aprile 2019 però, Lightfoot vince il ballottaggio contro Preckwinkle e il 20 maggio 2019 occuperà ufficialmente la poltrona di sindaco.

Il volto nuovo contro corruzione e povertà

Lightfoot, sposata con Amy Eshleman e mamma di una bimba di 10 anni, è così diventata uno dei primi sindaci apertamente gay d'America. Prima di lei c’è stato Pete Buttigieg, primo cittadino di South Bend, ora candidato alla Casa Bianca. Ma la stessa Lightfoot ha minimizzato questo aspetto, così come il suo essere una donna afroamericana. Nella sua campagna elettorale ha infatti preferito sottolineare la sfida alla corruzione della città e l’attenzione verso i cittadini più poveri e la classe lavoratrice, presentandosi come volto nuovo in grado di dare una scossa alla politica. Dopo l'annuncio del risultato delle proiezioni, Lightfoot ha espresso il suo impegno per porre fine alla cultura politica negativa della città: "Romperemo questo ciclo di corruzione senza fine. E mai più, mai più consentiremo ai politici di trarre beneficio da cariche elettive".

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