Global compact sui rifugiati, il patto per chi scappa dalle guerre

Mondo
Sono oltre 25 milioni i rifugiati nel mondo (foto Getty Images)

Accordo non vincolante approvato dall’Assemblea Generale dell’Onu con 181 sì e soltanto due no (quelli di Ungheria e Stati Uniti). Il documento, da non confondere con quello sui migranti, fornisce aiuto anche ai Paesi che accolgono chi fugge dalle persecuzioni

L'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato a grande maggioranza, nonostante l'opposizione degli Stati Uniti e dell’Ungheria, il global compact sui rifugiati. Il patto, da non confondere con quello sui migranti, fornisce un sostegno ai Paesi dove risiedono la maggior parte degli oltre 25 milioni di rifugiati nel mondo e rafforza la responsabilità condivisa per aiutare coloro che sono costretti a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti o persecuzioni. Il testo è passato con 181 sì, 2 no e 3 astenuti.

Cosa è il global compact sui rifugiati

Il global compact on refugees, non è vincolante, ma ha l’obiettivo di trasformare il modo in cui il mondo risponde agli esodi e alle crisi dei rifugiati, a vantaggio sia degli stessi rifugiati che delle comunità che li ospitano. Il documento è stato approvato come parte della risoluzione annuale di quest'anno sull’Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Ha le sue fondamenta nell’attuale sistema normativo internazionale sui rifugiati, sui diritti umani e il diritto umanitario, in particolare la Convenzione sui rifugiati del 1951. L'intesa giunge in un momento in cui è urgente affrontare esodi che hanno raggiunto cifre record - oltre 68,5 milioni di persone sono state costrette a fuggire in tutto il mondo, tra cui oltre 25,4 milioni persone hanno attraversato confini internazionali per diventare rifugiati.

Cosa prevede

Nove rifugiati su dieci vivono in paesi in via di sviluppo, dove i servizi di base come l’assistenza sanitaria o l’istruzione sono già in difficoltà. Il global compact on refugees mira ad affrontare questo problema, puntando maggiormente sugli investimenti – sia dai governi che dal settore privato – per rafforzare ulteriormente le infrastrutture e i servizi a beneficio sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti. Invita anche a politiche e misure che consentano ai rifugiati di accedere all’istruzione e condurre una vita produttiva durante il periodo in cui sono in esilio. L'accordo mira ad affrontare l’impatto ambientale dell’accoglienza delle popolazioni di rifugiati e include la promozione dell’uso di energie alternative. Il documento prevede anche maggiori opportunità di reinsediamento – ad esempio attraverso il ricongiungimento familiare, borse di studio o visti umanitari – che permettono ai rifugiati di viaggiare in sicurezza. Rileva inoltre che il ritorno volontario dei rifugiati in condizioni di sicurezza e dignità resti la soluzione preferita nella maggior parte delle situazioni. Ogni 4 anni in un Forum globale sui rifugiati, i governi dovranno riferire i risultati ottenuti e garantire altri impegni sul tema.

Il global compact sui migranti

L'adozione del Patto sui rifugiati da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite arriva pochi giorni dopo l'adozione da parte di una conferenza intergovernativa a Marrakech del global compact sui migranti (COSA E'). Quest’ultimo documento, che si pone tra gli obiettivi una migrazione sicura, ordinata e regolare, verrà presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla fine di questa settimana. Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati “con il termine rifugiato ci si riferisce ad una precisa definizione legale e a specifiche misure di protezione stabilite dal diritto internazionale”. I rifugiati sono persone che si trovano al di fuori del loro paese di origine a causa di persecuzioni, conflitti, violenze o altre circostanze che minacciano l’ordine pubblico, e che, di conseguenza, hanno bisogno di “protezione internazionale.”  Diversa l’accezione del termine “migrazione” che implica spesso un processo volontario, come, per esempio, quello di chi attraversa una frontiera in cerca di migliori opportunità economiche. “Questo non è il caso dei rifugiati - spiega l’Unhcr - che non hanno la possibilità di tornare nelle proprie case in condizioni di sicurezza e che, di conseguenza, hanno diritto a specifiche misure di protezione, secondo le vigenti norme del diritto internazionale”.

Le polemiche in Italia

Il voto favorevole dell’Italia al global compact per i rifugiati ha suscitato qualche polemica. ”Apprendo che le Nazioni Unite hanno approvato il Global Compact sui rifugiati, preludio di quello sui migranti. Apprendo anche che il governo italiano ha votato a favore. Scusate, ma chi e dove ha deciso il voto italiano?”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che da tempo si oppone anche al global compact sui migranti. Di tutt’altro avviso Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. "Questa maggioranza e questo governo non hanno mai messo in discussione l'adesione a questo documento fondamentale per rafforzare la cooperazione tra Paesi. Ringrazio l'Unhcr per il ruolo guida in questi due anni di lavoro sul documento. È una buona notizia il sì dell'Italia al global compact per i rifugiati. Finalmente il nostro Paese non rimarrà isolato nel rispondere a un fenomeno globale e altri Stati condivideranno con noi la responsabilità di aiutare chi scappa da guerre e persecuzioni”.

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