"Per noi è chiaro che Washington è responsabile per questo atto terroristico senza precedenti", ha detto il vice ministro degli Esteri Ryabkov. Oltre 80 missili russi hanno colpito diverse zone dell'Ucraina, compresa Kiev. La centrale nucleare di Zaporizhzhia tagliata fuori dalla rete elettrica. La Commissione europea mette in guardia: "Occupare una centrale civile è contro tutti gli accordi internazionali". Media: "Kiev ha ricevuto primo sistema Patriot di Usa-Germania"
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Nelle centrale i russi hanno creato "una base militare", fatto "inaccettabile" in un sito così delicato, e "tengono in ostaggio i dipendenti ucraini" che non sono potuti scappare. Su di loro, rimarca la giornalista, i russi "stanno facendo pressioni psicologiche terribili, costringendoli a lavorare per Rosatom", l'agenzia nucleare russa. Nel caso si rifiutino di farlo, aggiunge, "minacciano di rubare e deportare in Russia i loro figli".
Kudryk: "Bagno di sangue a Bakhmut? Giusto non cedere un centimetro"
Nel Paese c'è un sentimento di "forte resistenza" e si fa largo l'idea che "una volta abbandonata Bakhmut, altre vite umane saranno comunque sacrificate per la difesa di altri villaggi", prosegue la giornalista, secondo cui anche se è la "triste realtà" della guerra, il governo "ha preso questa strada e deve andare fino in fondo. Se gli lasci anche solo un centimetro, questo nemico così barbaro vorrà sempre di più come ci insegna anche la storia".
La giornalista cita quindi dei sondaggi condotti in Ucraina che indicano l'appoggio dell'opinione pubblica alle posizioni del governo. "Oltre il 90% pensa che dobbiamo resistere e, come leggo dalle testimonianze dei soldati a Bakhmut, c'è la convinzione che finché possono resistere non devono cedere così da indebolire anche le risorse del nemico", conclude.
La giornalista Kudryk: "Unica soluzione è fornire armi a Kiev"
"Dal 2014 da parte dell'Ucraina sono state avanzate molte proposte per trovare una soluzione pacifica, ma dopo lo scoppio della guerra tutto è cambiato", prosegue la giornalista, denunciando "crimini di guerra e contro l'umanità" commessi dai russi. "Spesso ora in Italia e in Europa ci sono polemiche di alcuni politici sul fatto che non si parli più di pace, ma se vuoi la pace devi mandare le armi - conclude - in ballo c'è l'esistenza stessa dell'Ucraina e la nostra sopravvivenza e visto che il nemico non capisce la lingua del dialogo e della diplomazia allora bisogna farglielo capire in un altro modo. Altrimenti l'Ucraina diventerà un insieme di campi di concentramento e camere di tortura".