Archeologia, scoperto in Egitto antico laboratorio di imbalsamazione

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Il merito è degli esperti dell’Università di Tubinga, di quelli dell’Università Ludwig-Maximilians, in Germania, e dell’Università americana del Cairo. In uno studio, pubblicato sulla rivista “Nature”, tutti i dettagli della scoperta che può fare chiarezza sull misteriose tecniche utilizzate nel processo di mummificazione

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Una scoperta che potrebbe consentire di approfondire nel dettaglio alcune delle misteriose tecniche usate durante il processo della mummificazione. E’ quella legata all’individuazione di un antico laboratorio di imbalsamazione, scoperto in Egitto, come conferma un recente studio, pubblicato sulla rivista “Nature” e condotto dagli esperti dell’Università di Tubinga, da quelli dell’Università Ludwig-Maximilians, in Germania, e dell’Università americana del Cairo.

Le incisioni su 31 vasi ritrovati

In particolare, in base a quanto sottolineato dagli scienziati, la scoperta è stata condotta da un team che ha analizzato 31 vasi in ceramica recuperati da un laboratorio di imbalsamazione situato a Saqqara, in Egitto, risalente alla XXVI dinastia egizia (664-525 a.C.). Tra i reperti individuati sono state segnalate incisioni di testi che riportano istruzioni dettagliate proprio in merito al processo di mummificazione.

Le informazioni sulle tecniche di imbalsamazione

L'imbalsamazione, riferiscono ancora gli studiosi, si basava su un processo piuttosto lungo e complesso, nel quale si rendeva necessario l'utilizzo di sostanze chimiche, miscele e unguenti specifici destinati alla conservazione dei corpi dei defunti nel corso di quello che veniva indicato come “il viaggio nell’aldilà”. Ad oggi, ciò che si sa su tali tecniche è legato in particolar modo a quanto tramandato dalla letteratura antica e dall'esame dei residui organici effettuati sulle mummie egizie. Eppure, esistono ancora diversi punti da chiarire in merito. Come detto, nuove informazioni possono arrivare proprio da questa scoperta e dalle incisioni sui vasi analizzati che riportano interessanti informazioni sulle sostanze utilizzate all’epoca e sulle manovre da compiere per procedere all'imbalsamazione di un corpo defunto. Tali informazioni, nello specifico, hanno permesso di comprendere come esistessero tre diverse miscele che includevano sostanze, tra cui la resina di elemi, quella di pistacia, oltre a sottoprodotti di ginepro o cipresso e cera d'api, utilizzate proprio per l'imbalsamazione, in particolare della testa, mentre altri composti erano utilizzati per pulire il resto del corpo e, allo stesso tempo, ammorbidire la pelle. I ricercatori, contestualmente, hanno compreso come molte di queste sostanze non fossero presenti in Egitto, ma fossero più certamente importate da altre aree, come il Levante o le foreste pluviali del sud-est asiatico.

epa10431013 Workers at the site of the new discoveries in Gisr el-Mudir in Saqqara, Giza, Egypt, in 26 January 2023. An Egyptian archaeological mission has made a number of important archaeological discoveries dating to the fifth and sixth dynasties of the Old Kingdom. The announcement stated that the expedition had found a group of Old Kingdom tombs, indicating that the site comprised a large cemetery. The most important tomb belonged to Khnumdjedef, an inspector of the officials, a supervisor of the nobles, and a priest in the pyramid complex of Unas, the last king of the fifth dynasty. The tomb is decorated with scenes of daily life.  EPA/Mohamed Hossam ElDin

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