Libia, missione di Meloni a Tripoli. Eni avvia progetto gas, investimento da 8 miliardi

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Il presidente del Consiglio è stata in visita nella capitale libica insieme ai ministri Tajani e Piantedosi. Raggiunti importanti accordi sui dossier energia e migranti. Stipulata un'intesa sul gas tra Eni e Noc da 8 miliardi, nuovo tassello del “Piano Mattei”. Il premier dice: "Vogliamo aiutare i Paesi africani a crescere, giocheremo un ruolo importante per cooperazione non predatoria"

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Il premier italiano Giorgia Meloni è stata in visita in Libia con i ministri degli Esteri Tajani e dell'Interno Piantedosi. L'aereo con la delegazione è atterrato in tarda mattinata a Tripoli e poi sono iniziati gli impegni ufficiali. "L'Italia può e vuole giocare un ruolo importante anche nella capacità di aiutare i Paesi africani a crescere e a diventare più ricchi: una cooperazione che non vuole essere predatoria, che vuole lasciare qualcosa nelle nazioni", ha detto Meloni nell'incontro con il primo ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdelhamid Dbeibah. Poi ha visto anche il presidente del Consiglio presidenziale dello Stato di Libia, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi. La nuova missione in Nord Africa aveva lo scopo di fare avanzare il progetto di trasformare l'Italia in hub energetico d'Europa, ma anche mettere un altro tassello di quel nuovo "Piano Mattei” per l'Africa, che rafforzi lo sviluppo di quei Paesi da cui partono i migranti che sbarcano sulle coste europee, e italiane in primis. È arrivata anche la firma di un nuovo accordo tra l'Eni e la libica Noc per un potenziale investimento da 8 miliardi di dollari in due giacimenti di gas naturale. Un passo in più nella strategia di diversificazioni delle fonti di energia, con l'obiettivo dell'indipendenza dalla Russia, che arriva dopo il primo bilaterale per la premier ad Algeri.

Meloni: evitare rischio influenze destabilizzanti in Libia

"L'Italia è impegnata a fare la sua parte, per assicurare una maggiore unità di intenti da parte della comunità internazionale sul dossier libico ed evitare il rischio che alcune influenze lavorino per destabilizzare il quadro piuttosto che favorirlo", ha detto Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte con il Primo Ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid Dbeibah. Secondo il premier italiano, "il contrasto ai flussi di immigrazione irregolare per noi rimane un dossier centrale. Nonostante gli sforzi , i numeri delle migrazioni irregolari dalla Libia verso l'Italia sono ancora alti. Gli ingressi irregolari in Italia sono oltre il 50% delle persone che vengono dalla Libia, si devono intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani, assicurando un trattamento umano alle persone interessate". Meloni ha aggiunto che è stata ribadita "la piena disponibilità italiana a favorire il legittimo e giusto percorso richiesto per una celebrazione di elezioni e per una stabilizzazione del quadro libico". 

Intesa Italia-Libia per potenziare guardia costiera

È stata adottata un'intesa firmata dai rispettivi ministri degli Esteri con l'obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l'autorità libica in relazione alla guardia costiera, ha annunciato Meloni. "Abbiamo parlato e stiamo discutendo di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali. È un tema che non riguarda solo Italia e Libia, deve riguardare l'Ue nel suo complesso, la cooperazione europea verso il Nord Africa”, ha aggiunto. Nel corso della visita è stato firmato un memorandum d'intesa per supportare la Libia con cinque imbarcazioni attrezzate nel campo della ricerca e soccorso di migranti in difficoltà in mare, ha spiegato il premier libico Abdul Hamid Dbeibah.

epa10424620 A handout photo made available by Algerian Presidency shows Algerian President Abdelmadjid Tebboune (R) and Italian Prime Minister Giorgia Meloni (L) during a meeting at the presidential palace in Algiers, Algeria, 23 January 2023.  EPA/ALGERIAN PRESIDENCY / HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

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Eni avvia progetto gas: investimento da 8 miliardi di dollari

In parallelo, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l'amministratore delegato della National Oil Corporation (Noc), Farhat Bengdara, hanno siglato un accordo per avviare lo sviluppo delle 'Strutture A&E', un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico, oltre a garantire l'esportazione di volumi in Europa. L'accordo è stato firmato alla presenza del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e del Primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid Al-Dbeibah. L'investimento complessivo è stimato in 8 miliardi di dollari. L'accordo di oggi consentirà di effettuare importanti investimenti nel settore dell'energia in Libia, contribuendo allo sviluppo e alla creazione di lavoro nel Paese, e rafforzando la posizione di Eni come primo operatore in Libia”, ha detto l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, 07 maggio 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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L’investimento di Eni

L'accordo tra Eni e la Compagnia petrolifera nazionale libica “Noc” è un’operazione da record, senza precedenti negli ultimi 25 anni. Otto miliardi di dollari, come aveva anticipato giorni fa il presidente della Noc, Farhat Bengdara. 'Strutture A&E' è il primo grande progetto ad essere sviluppato nel paese dall'inizio del 2000, spiega il Cane a sei zampe in una nota. Consiste in due giacimenti a gas, chiamati rispettivamente 'Stuttura A' e 'Struttura E', situati nell'area contrattuale D, al largo della Libia. La produzione di gas inizierà nel 2026 e raggiungerà un plateau di 750 milioni di piedi cubi di gas standard al giorno. La produzione sarà assicurata attraverso due piattaforme principali collegate agli impianti di trattamento esistenti presso il complesso di Mellitah. Il progetto prevede anche la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica (CCS) a Mellitah, che consentirà una significativa riduzione dell'impronta carbonica complessiva, in linea con la strategia di decarbonizzazione di Eni. L'investimento complessivo è stimato in 8 miliardi di dollari, con un impatto significativo sull'industria e sulla relativa catena di fornitura, fornendo un contributo significativo all'economia libica. Eni, ricorda la nota, è il principale produttore internazionale di gas in Libia, con una quota dell'80% della produzione nazionale (1,6 miliardi di piedi cubi standard al giorno nel 2022). La società opera in Libia dal 1959 e attualmente dispone di un ampio portafoglio di asset in esplorazione, produzione e sviluppo. Le attività produttive sono operate attraverso la società mista Mellitah Oil and Gas BV (Eni 50%, Noc 50%). La produzione equity è stata di 165.000 barili di petrolio equivalente al giorno nel 2022.

I dettagli della visita

La visita del presidente del Consiglio si è conclusa in giornata: diversi gli incontri istituzionali che sono stati criticati dall'altro esecutivo libico (non riconosciuto dalla comunità internazionale), quello guidato da Fathi Bashagha, premier nominato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, vicino al generale Khalifa Haftar. Bashagha alla vigilia della visita di Meloni si è detto infatti "sorpreso" per gli incontri in agenda con un "governo scaduto" come quello guidato da Abdul Amid Dbeibah. Il Mediterraneo, come detto dal premier nel viaggio in Algeria, rimane "lo snodo centrale della politica estera italiana". Anche per perseguire il contrasto dell'immigrazione irregolare "con un maggior impegno dei Paesi di origine", che sarà anche uno dei temi che Roma metterà sul tavolo del prossimo Consiglio europeo di febbraio. In questa ottica Tajani ha ribadito, come ha fatto Meloni con il presidente algerino, che "la stabilizzazione della Libia è cruciale, bisogna compiere ogni sforzo perché ci siano elezioni entro il 2023 in linea con la mediazione Onu che l'Italia sostiene convintamente”.

Giorgia Meloni e il fondatore di Eni, Enrico Mattei

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