Afghanistan, i talebani vietano alle ong di dare lavoro alle donne

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La decisione è stata annunciata dal ministero dell'Economia dopo aver ascoltato "gravi lamentele" in cui si denunciava che le impiegate non avrebbero seguito un codice di abbigliamento appropriato, in particolare per quanto riguarda il velo, non indossato in maniera corretta

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Ulteriori restrizioni per le donne in Afghanistan. Dopo essere state bandite dalle università, i talebani hanno ordinato a tutte le ong straniere e nazionali di non dare più loro lavoro. Come si legge nell’ordine emesso dal ministro dell'Economia, Qari Din Mohammaed Hanif, la decisione è stata presa dopo 'gravi lamentele' per non aver seguito codice abbigliamento. 

"Mancato rispetto dell'hijab islamico e di altre norme e regolamenti"

"Ci sono state gravi lamentele sul mancato rispetto dell'hijab islamico e di altre norme e regolamenti relativi al lavoro delle donne nelle organizzazioni nazionali e internazionali", ha affermato il ministero, responsabile dell'approvazione delle licenze per le ong che operano in Afghanistan. Il ministro ha spiegato di aver ricevuto "denunce serie" a proposito di donne impiegate in Ong che non portano il velo in maniera corretta. Non è chiaro se il divieto si applichi a tutte le donne o solo le afghane. Il ministero dell'Economia afghano ha precisato che "in caso di inosservanza della direttiva (...) la licenza dell'ente che era stata rilasciata da questo ministero sarà annullata".

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La protesta a Herat contro l'espulsione dalle università

Intanto oggi a Herat decine di donne hanno manifestato contro l'espulsione dalle università del Paese. "L'istruzione è un nostro diritto", hanno urlato per strada divise in piccoli gruppi, come ha riferito una di loro all'agenzia Dpa. Le manifestanti si sono radunate davanti all'ufficio del governatore provinciale, ma i talebani le avrebbero poi disperse usando cannoni ad acqua e manganelli. Anche nella capitale Kabul i talebani hanno aumentato la loro presenza militare, dopo che giovedì scorso decine di donne avevano manifestato contro il recente bando sull'università. Secondo quanto trapelato almeno una delle donne che manifestavano sarebbe scomparsa. Il giorno prima, i talebani avevano bandito le donne dai banchi universitari con effetto immediato. 

Donne arabe all'università. Nella foto studentesse arabe durante una lezione all'università per ragazze di Nangarhar (Afghanistan).

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Anche gli uomini protestano contro il bando delle donne dagli atenei

Anche gli uomini afghani sono scesi in campo contro il recente divieto alle donne di frequentare le universita'. Al grido di "o tutti o nessuno", è stata lanciata una campagna di protesta. L'iniziativa ha visto già alcuni studenti lasciare le aule durante la lezione o rifiutare di sostenere gli esami, in solidarietà con le compagne di studi. Ajmir Sadat, il responsabile della campagna, ha spiegato che è partita suoi social e si sta estendendo nelle province. "Fino a quando le nostre sorelle non potranno studiare di nuovo, boicotteremo anche l'educazione degli uomini", ha spiegato all'emittente locale Tolo News. Secondo un video che sta circolando sui social, ma la cui autenticità non è stato possibile verificare, nella provincia di Kandahar, le forze talebane hanno sparato contro gli studenti di un'università privata, che erano usciti dall'aula durante gli esami. Una persona sarebbe rimasta ferita.

24 September 2021, Afghanistan, Kabul: An Afghan man sits in a littered ditch as others consume drugs on the side of a road in Kabul. Photo: Oliver Weiken/dpa (Photo by Oliver Weiken/picture alliance via Getty Images)

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Dal 2021 misure sempre più restrittive per le donne

Nonostante le loro promesse di essere più flessibili, dopo il ritorno al potere nel 2021, i talebani sono tornati all'interpretazione ultra-rigorosa dell'Islam che ha segnato il loro primo periodo di governo dell'Afghanistan (1996-2001). Dall'agosto dello scorso anno, le misure draconiane si sono moltiplicate, in particolare contro le donne che sono state progressivamente escluse dalla vita pubblica e chiunque lotti per i propri diritti viene regolarmente incarcerato, a volte per diverse settimane. 

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