Attentati Parigi Bataclan, al processo parla Hollande: "Farei lo stesso ancora oggi"

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Era molto attesa la testimonianza dell'allora presidente socialista, che dovette decidere come reagire quando il 13 novembre 2015 un commando di estremisti uccise 130 persone nella capitale. "Non avremmo potuto fare diversamente, ci mancava l'informazione necessaria per impedirlo", ha detto durante il maxi-processo cominciato un mese fa

Era il capo dello Stato, Francois Hollande, nei terribili giorni degli attentati che il 13 novembre 2015 colpirono Parigi uccidendo 130 persone tra il Bataclan e altri locali cittadini. Ora che il maxi-processo è cominciato – e dovrebbe durare circa 9 mesi, con oltre 1800 parti civili – è entrato in sala come testimone anche lui, l’ex presidente socialista. “Non avevamo l’informazione che sarebbe stata decisiva per impedire gli attentati”, ha ammesso l’ex capo dell’Eliseo.

La testimonianza di Hollande

In qualità di testimone, citato da una delle associazioni delle vittime, Hollande ha parlato davanti ai 14 uomini nella gabbia degli imputati, fra i quali Salah Abdeslam, unico superstite dei commando in azione quella notte nella capitale parigina. "Sono presente davanti alla corte - ha esordito - per testimoniare quello che fu il mio ruolo come capo dello stato in quella notte funesta, e testimoniare sulle mie decisioni nei mesi che la precedettero e che la seguirono".

La risposta all'Isis

Il nome di Hollande era stato fatto in aula fin dai primi giorni, proprio da Salah Abdeslam, che ha presentato gli attentati come una risposta alla politica estera della Francia e del suo presidente di allora. La risposta di Hollande all'Isis, che rivendicò gli attentati, è arrivata subito: "Quel gruppo ci ha colpiti non per le nostre modalità di azione all'estero ma per i nostri modi di vita qui da noi", ha detto, ma "la democrazia sarà sempre più forte della barbarie".

"Abbiamo fatto tutto il possibile"

Sul tema più doloroso per le vittime, il ruolo di uno Stato che non riuscì a prevenire o evitare gli attentati, Hollande ha detto: "Se avessi il minimo dubbio su quello che abbiamo fatto, preparato, impedito, ve lo direi - ha dichiarato rivolto ai parenti delle vittime - ve lo direi chiedendovi perdono. Ma le cose non stanno così. Mi rendo conto della sofferenza delle vittime. Ho sempre avuto tutte le informazioni sulla minaccia, sulla determinazione dei gruppi che ci facevano la guerra, sulle atrocità. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare". Purtroppo, ha proseguito Hollande, "non avevamo l'informazione che sarebbe stata decisiva per impedire gli attentati del 13 novembre. Gli individui li conoscevamo, ma non potevamo immaginare che fossero pronti ad agire”.

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