Coronavirus, Downing Street: "Johnson non ha la polmonite. Stabile, niente ventilazione"

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Come fa sapere un portavoce, il primo ministro britannico, che è ricoverato in terapia intensiva, riceve assistenza "standard" con la somministrazione di "ossigeno". Il suo stato, al momento, "non richiede ventilazione meccanica". Gli auguri della regina Elisabetta

Boris Johnson resta in terapia intensiva al St Thomas hospital di Londra, in condizioni "stabili". Lo rende noto in un aggiornamento un portavoce di Downing Street, ribadendo che il primo ministro britannico riceve assistenza "standard" con la somministrazione di "ossigeno", ma che il suo stato al momento "non richiede ventilazione meccanica, né sostegno respiratorio non invasivo" (LA FOTOSTORY DEL PREMIER BRITANNICO - PERSONE MANDANO FIORI A DOWNING STREET). Il premier, "non ha la polmonite" e, sempre da Downing Street, fanno sapere che è "su di morale" (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - MAPPA DEL CONTAGIO). A Johnson, affetto da coronavirus e trasferito in terapia intensiva il 6 aprile dopo un peggioramento delle sue condizioni, è stato recapitato in giornata un augurio di pronta guarigione da parte della regina Elisabetta. 

Il passaggio di consegne con Raab

Sulla salute del primo ministro, il portavoce del premier ha confermato che "Buckingham Palace e Sua Maestà la regina vengono tenuti costantemente informati", e che i contatti sono tenuti "dal capo di gabinetto della sovrana e dal primo segretario privato del premier". Lo stesso portavoce ha poi precisato che il passaggio di consegne della supplenza alla guida del governo avvenuto ieri sera fra Johnson e il ministro degli Esteri, Dominic Raab (CHI È), è per ora limitato solo ad alcuni compiti ordinari. Oggi, per esempio, Raab ha presieduto la prima riunione del cosiddetto 'gabinetto di guerra' britannico convocato quotidianamente nelle ultime settimane sull'emergenza coronavirus. Ma è escluso che questa settimana il ministro sia destinato a subentrare al premier nel consueto colloquio con la regina, svoltosi nelle ultime settimane per telefono dato l'isolamento di Johnson.

Ministro Gove in auto-isolamento

In mattinata, notizie sulle condizioni di Johonson erano arrivate anche dal ministro Michael Gove che, a Radio Lbc, aveva confermato che il premier non era attaccato a un ventilatore polmonare. Gove, numero tre della compagine di governo, intanto è a sua volta in auto-isolamento precauzionale a casa. Questo non perché contagiato in prima persona, ma perché un familiare ha manifestato sintomi compatibili con il Covid-19, come riferisce la Bbc.

Gli auguri della regina Elisabetta

La regina Elisabetta ha inviato un messaggio personale di solidarietà e di auguri a Boris Johnson e alla fidanzata e futura sposa del premier, Carrie Symonds, incinta da alcuni mesi e colpita dai sintomi del Covid-19 (sebbene senza una diagnosi ufficiale). Nel messaggio, reso noto da Buckingham Palace, la sovrana scrive a Johnson e Symonds che i suoi pensieri sono con loro e auspica per entrambi “una completa e rapida guarigione”. Agli auguri della regina sono seguiti quelli del principe Carlo e della moglie Camilla, mentre il principe William, terzo in linea di successione, ha scritto su Twitter, anche a nome della consorte Kate, che “i nostri pensieri sono con il primo ministro e con la sua famiglia”.

Trump: chiesto farmaci sperimentali per curare Johnson

Molti i leader che, da tutto il mondo, hanno mostrato solidarietà a Johnson. Fra questi, anche Donald Trump che ha spiegato: "Abbiamo fatto progressi enormi in campo terapeutico. Vedremo se potremo essere d'aiuto. Abbiamo contattato tutti i medici di Boris e vedremo cosa accadrà, loro sono pronti" (VIDEO). Poi ha inviato un messaggio al primo ministro: "È davvero un buon amico, è davvero una persona speciale, forte, risoluta. Non molla, non si arrende" (VIDEO - LA SITUAZIONE NEGLI USA).

La situazione in Uk: oltre 52mila contagi e più di 5.300 morti

Intanto, nel Regno Unito, continua a crescere il numero di casi di coronavirus. Secondo i dati della Johns Hopkins University, sono oltre 52.300 i contagiati e le vittime sono oltre 5.300. Da sengalare però che ieri, 6 aprile, si era registrato un calo nell'incremento del numero di morti e di contagi, seppure in una tendenza di crescita in numeri assoluti verso un picco non ancora raggiunto. Per quanto riguarda le vittime, nello specifico, il 6 aprile ci sono stati 439 morti in 24 ore, contro i 621 indicati il giorno predente e i 708 di sabato. Nel mentre, i test eseguiti nel Paese sono saliti a 252.000.

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