Le fughe da est a ovest rimaste impresse nella storia

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Stefano Sassi

Dal 13 agosto del 1961 al 9 novembre 1989 si sono susseguiti centinaia di tentativi di fuga dei berlinesi dell'est per guadagnare la libertà. Non tutti andati a buon fine, ma alcuni decisamente creativi

Il nemico aveva un nome ostico: Antifaschisticher Schutzwall, barriera di protezione antifascista. Nel gergo comune diventava “der mauer”, ma non metteva meno soggezione: 43 km a tagliare in due Berlino, più di tre metri e mezzo di altezza a soffocare sguardo e desiderio di libertà. Ventotto anni, un numero mai certificato del tutto di piani di fuga, riusciti o tragicamente falliti. Per i soldati della Germania est l’ordine era tassativo: impedire qualsiasi tentativo di oltrepassare il muro, anche sparando. Il nemico era pericoloso e andava aggirato, distratto, ingannato. (IL DOODLE DI GOOGLE)

I numeri

Ci riescono, nel 1964, 57 cittadini della Repubblica Democratica tedesca, percorrendo una galleria di 145 metri alta un metro e mezzo, che partiva dal seminterrato di un panificio per sbucare nel giardino di una casa in territorio occidentale. Nella notte del 3 ottobre ce la fanno in 28. La notte dopo altri 29. Dal totale, il nome "tunnel 57". Poi la galleria viene scoperta. Non è l'unica, si calcola che ne siano state scavate più di 130: già due anni prima, nel 1962, per completare il cosiddetto "tunnel 29" era stato decisivo il contributo di due studenti italiani, Domenico Sesta e Luigi Spina.

La fuga che ha ispirato il cinema

Ma il nemico è stato sconfitto in tanti modi: forzando i blocchi ai checkpoint, in treno, a nuoto nel fiume Elba. E soprattutto, dall'alto. Nella maggior parte dei tentativi i tedeschi dell'est hanno provato a passare sopra i 3 metri e mezzo abbondanti, qualcuno molto più dall’alto. Ha ispirato il film "Night crossing", la storia delle famiglie Strelzyk e Wetzel, che nel 1979 riescono a oltrepassare il confine a bordo di una mongolfiera.

La storia della fuga delle famiglie Strelzyk e Wetzel

La decisione era maturata un anno prima, al culmine di una giornata tragica: l’adolescente Lukas Keller era stato ucciso nel tentativo di passare la frontiera a bordo di un bulldozer. I suoi genitori erano stati raggiunti dalla notizia durante un picnic insieme agli Strelzyk e ai Wetzel. Scossi dal dramma, avevano deciso che non potevano concepire il futuro dei propri figli in un paese così feroce nella repressione del desiderio di libertà. L’impresa viene a lungo preparata nel segreto di una soffitta, dove vengono cuciti insieme i pezzi di stoffa per formare il pallone aerostatico, azionato da bombole di propano acquistate sul mercato nero. Dopo un tentativo fallito il 3 luglio, gli otto componenti delle due famiglie tentano una seconda volta, con una mongolfiera ricostruita da capo in due mesi. Non si può più attendere, la Stasi li bracca. Il 15 settembre del 1979, dopo un volo di pochi minuti, atterrano in una radura territorio occidentale e quasi non ci credono. Serve la conferma di due increduli soldati occidentali che dicono “Sì, ce l’avete fatta”. Scavalca il muro camminando su un cavo dell'energia elettrica in disuso il trapezista Horst Klein, personaggio già noto al regime per le sue dichiarate posizioni anti comuniste. Nel dicembre del 1962 sorprende le guardie e in pochi secondi percorre i metri che lo portano oltre il muro. Poi cade fratturandosi entrambe le braccia, ma ce l'ha fatta.

L’impresa di Holger Bethke

Ancora più spettacolare l'impresa di Holger Bethke, che nel 1983 lancia dall'attico di un palazzo una freccia con attaccato un cavo metallico. Dalla parte opposta c'è il fratello Ingo, uno che era stato capace di oltrepassare il confine già otto anni prima, a bordo di un materassino sul fiume Elba. Ingo ancora la fune, consentendo così a Holger di percorrerla grazie ad una carrucola.

Il primo tentativo di oltrepassare il muro

È solo la minima parte delle imprese che hanno ispirato libri, film e serie tv. Riavvolgendo il nastro, si può tornare al primo tentativo di oltrepassare il muro coronato da successo. Impresa oggi celebrata da una statua. È il ferragosto del 1961: da poco più di 48 ore è in corso la costruzione della barriera. Il 19enne Conrad Schumann è uno dei militari della Germania Est incaricati di impedire fughe durante i lavori, ma è scosso: poche ore prima ha visto un bambino che voleva passare ad ovest trascinato brutalmente indietro dai soldati dell'est. Tra poco il lavoro sarà completo, una barriera dividerà materialmente e ideologicamente il mondo in due parti, per 28 anni. Schumann dovrebbe sorvegliare ma soffocare la libertà è un qualcosa che sente di non voler imporre a nessuno. Nemmeno a sé stesso.
 

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