Caso Huawei, la Cina accusa gli Usa di bullismo economico

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Duro attacco del ministro degli esteri di Pechino contro l'annunciata volontà degli Usa di impedire alle compagnie telefoniche l'acquisto di equipaggiamenti da Huawei e ZTE. Norme "contrarie alle regole di mercato", attese per il 19 novembre.

Un altro (piccolo, ma neanche tanto) tassello nella guerra politico-commerciale tra USA e Cina. Dazi da un lato, tecnologia 5G e ruolo di Huawei dall’altro, tra Washington e Pechino le scintille non accennano a diminuire. L’ultimo colpo, in ordine di tempo, lo batte il Dragone, che definisce "bullismo economico" il proposito dell’amministrazione Trump di impedire alle compagnie telefoniche l'acquisto di equipaggiamenti da Huawei e ZTE. Le due società sono infatti accusate, da parte americana, di mettere a rischio la sicurezza nazionale per i legami (che i cinesi negano con forza) con il governo di Pechino e il partito Comunista Cinese.

L’antefatto: stop di Trump alle compagnie telefoniche

La Federal Communications Commission (Fcc) americana ha reso noto, nella giornata di lunedì 28, che le nuove disposizioni volute dal governo saranno esaminate e votate il 19 novembre. Hanno lo scopo dichiarato di tutelare le reti di telecomunicazioni nazionali. Se approvate, comporterebbero – tra gli altri effetti – anche la rimozione dei pezzi di network o di altre infrastrutture già realizzate con il sostegno delle due società cinesi.

L’attacco di Pechino: norme anti-mercato

In conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha definito la mossa un tentativo "per perseguitare alcune società cinesi con accuse senza fondamento", assicurando che il bando, se approvato, colpirebbe anche le attività delle compagnie americane. "Il bullismo economico degli Usa va contro i principi di mercato che gli Usa hanno sempre strombazzato", ha concluso Geng.

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