Brexit, Johnson chiede estensione all'Ue ma non firma la lettera

Il premier Uk torna sui suoi passi dopo aver detto "Non negozierò un'estensione". Una catena di eventi che segue il voto - a Westminster - a un emendamento che impone di rimandare il voto sull'accordo trovato tra Boris Johnson e Bruxelles per l'uscita dall'Unione

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"Noi nordirlandesi cittadini di serie B"

 
I nordirlandesi sono "cittadini di seconda classe" in base all'accordo sulla Brexit raggiunto dal premier britannico Boris Johnson con l'Ue. E' quanto sostenuto da Jim Shannon, deputato del Dup, partito unionista nordirlandese, contrario a qualsiasi intesa che preveda un trattamento diverso per la turbolenta provincia. "La nostra opinione non conta nulla", ha aggiunto, riferendosi al fatto che nel nuovo accordo il Dup ha di fatto perso la leva del veto sull'entrata in vigore delle nuove disposizioni; nella bozza proposta in precedenza da Johnson, il piano per l'Irlanda del Nord sarebbe entrato in vigore solo dopo un voto del Parlamento nordirlandese sul quale il Dup avrebbe potuto mettere il veto.
- di Redazione Sky TG24
 

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- di Redazione Sky TG24

Dibattito sull'accordo

 
Si è concluso alla Camera dei Comuni britannica il botta e risposta sullo statement del premier Boris Johnson di presentazione dell'accordo sulla Brexit raggiunto con Bruxelles. Johnson ha chiesto al Parlamento di approvare l'accordo e avvertito la Camera che 'è arrivato il tempo' di decidere. Mentre ha chiesto di ritirare un emendamento pro-rinvio che fa restare incerto l'esito della giornata. Ora è partito il dibattito sul deal. A seguire sono previsti i voti su due emendamenti chiave: uno presentato dal dissidente Tory Oliver Letwin, che mira a imporre una nuova proroga di almeno qualche settimana all'eventuale via libera, e che potrebbe far saltare tutto; l'altro pro referendum bis. Entro sera se la seduta non sarà interrotta si voterà quindi sulla mozione del governo sul deal. E in caso di bocciatura su una seconda mozione sul no deal
- di Redazione Sky TG24

Brexit, foto del dibattito in aula © UK Parliament / Jessica Taylor

 
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Boris Johnson, chi è il premier britannico che ha voluto la Brexit. FOTO

 

 

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A Londra la marcia contro la Brexit

Iniziano ad arrivare in piazza i partecipanti della manifestazione "Insieme per l'ultima parola"
 
 
 
 
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Johnson: Regno Unito europeo a metà

 
 
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Johnson e l'emendamento pro-rinvio

 
"Il mio timore è che il voto che di oggi possa non essere significativo."-Boris Johnson sembra ammettere che l'emendamento Letwin sarà approvato.
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L'esortazione di Johnson

 
"Uniamoci e facciamo questa Brexit"
 
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Corbyn: non crediamo in questo governo

 
Corbyn alla House of Parliament: "I laburisti non sono disposti a svendere le comunità che rappresentiamo"
 
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"Un voto a favore di Letwin è un voto per il rinvio"

 
Secondo una fonte anonima di Downing Street, citata dal redattore politico del Sunday Times, Tim Shipman, "un voto a favore di Letwin è un voto per il rinvio e i deputati verranno rimandati a casa. Il governo non negozierà un rinvio: continueremo a sostenere che Regno Unito e Ue dovrebbero respingere un rinvio e obbligare i deputati a scegliere tra questo accordo e il no-deal". 
- di Redazione Sky TG24

Se passa l'emendamento pro-rinvio, voto lunedì?

 
Per la giornalista della Bbc, Laura Kuenssberg, se dovesse essere approvato l'emendamento Lerwin, pro-rinvio, il voto sull'accordo sarà rinviato a lunedì prossimo.
- di Redazione Sky TG24

L'emendamento pro-rinvio

 
L'emendamento di Oliver Letwin, ammesso al voto dallo speaker John Bercow, rinvia la piena approvazione dell'accordo per la Brexit fino a quando tutta la legislazione associata non sara' approvata, anche dopo il 31 ottobre. Una mozione che punta a evitare una possibile imboscata dei falchi Brexiteer che potrebbero approvare l'accordo, rimuovendo quindi le condizioni per l'applicazione del Benn Act (la legge anti-no deal approvata il mese scorso), per poi bocciare la seguente legge sull'uscita dall'Ue, costringendo così il Paese a una Brexit senza accordo il 31 ottobre.
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Media Uk: se passa l'emendamento pro-rinvio, il governo ritira il voto

 
Se a Westminster passa l'emendamento promosso da Oliver Letwin a favore di un rinvio, il governo britannico ritirerà il voto sul nuovo accordo sulla Brexit raggiunto dal premier britannico Boris Johnson con l'Ue, e lo ripresenterà lunedì mantenendo l'obiettivo di uscire il 31 ottobre. E' quanto hanno riferito fonti di Downing Street rilanciate dai media britannici.   
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Brexit, Parlamento riunito

 
 
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Johnson alla Camera: “Siamo al secondo accordo e quarto voto”

 
 
 
 
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Corbyn: votare oggi non porterà a uscita, serve referendum

 
 
"Votare oggi non porterà alla Brexit, il popolo dovrebbe avere ultima parola", ha detto durante il suo intervento Jeremy Corbyn. "Capisco completamente -  ha aggiunto - la frustrazione e la fatica nel Paese e in questa Camera ma semplicemente non possiamo votare per un accordo che è anche  peggio di quello respinto da questa Camera tre volte", ha aggiunto. 
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Corbyn: no al deal

 
"Questo governo non può essere creduto e noi non ci faremo ingannare". Così il leader dell'opposizione laburista britannica Jeremy Corbyn rispondendo ai Comuni al premier conservatore Boris Johnson nel dibattito sull'accordo sulla Brexit. Accordo che Corbyn ha denunciato come dannoso "per l'economia" del Paese, per "i diritti dei lavoratori e per l'ambiente", invitando il Parlamento a respingerlo.
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L'intervento di Jeremy Corbyn

 
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Johnson: un altro rinvio sarebbe insensato

 
Il premier britannico Boris Johnson ha detto no a ogni ipotesi di un ulteriore rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre, anche in risposta a un emendamento presentato oggi. Un rinvio sarebbe "insensato, costoso e corroderebbe profondamente la fiducia pubblica", ha affermato.
- di Redazione Sky TG24

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