Cina, 10mila tonnellate di carne dalle riserve strategiche per far fronte alla peste suina

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Pechino ha deciso di intervenire sul mercato per evitare qualsiasi carenza in prossimità dell'anniversario dei 70 anni del regime del primo ottobre. Secondo alcune stime, l'epidemia avrebbe causato il dimezzamento degli allevamenti suini cinesi

Per far fronte all’epidemia di peste suina africana che ha causato un vertiginoso aumento dei prezzi, la Cina ha deciso di attingere a 10mila tonnellate di carne di maiale congelata dalle sue riserve strategiche. Il provvedimento, adottato dal ministero del Commercio, ha lo scopo di calmierare i costi ed evitare qualsiasi carenza in prossimità dell'anniversario dei 70 anni del regime, previsto il prossimo primo ottobre.

Prezzi aumentati del 46,7% ad agosto

Secondo alcune stime, l'epidemia di peste suina africana avrebbe causato il dimezzamento degli allevamenti cinesi. Moria che ha spinto i prezzi della carne di maiale alle stelle con un +27% a luglio e un +46,7% ad agosto. Il Centro di gestione delle riserve di merci ha spiegato che le 10mila tonnellate di carne a cui si attingerà sono state importate, in particolare da Francia, Stati Uniti, Germania e Danimarca, e saranno disponibili sul mercato a partire dal 19 settembre. Quella di maiale è di gran lunga la carne più consumata dai cinesi, motivo per il quale le autorità si stanno mobilitando per garantirne la presenza sul mercato in occasione della festività del primo ottobre. Il Paese, infatti, tra due settimane celebrerà il 70esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese, un momento in cui molti cinesi si riuniranno con le loro famiglie approfittando di un’intera settimana di vacanze.

Malattia non pericolosa per l’uomo

I primi casi di peste suina sono stati registrati nell’estate del 2018 nel nord-est del Paese. Da allora l’epidemia si è diffusa rapidamente in tutta la Cina e in alcuni Paesi confinanti. Questa forma di peste non è pericolosa per l’uomo, ma è considerata altamente contagiosa per i suini domestici e selvatici. Secondo i dati del governo, nella prima metà dell'anno, la quantità di maiali della Cina - la più grande del mondo - è scesa del 15% su base annua a 347,6 milioni di capi.

Confermato il primo caso in Corea del Sud

Intanto in Corea del Sud è stato accertato il primo caso al confine con il Nord. Ragione per la quale il presidente Moon Jae-in ha ordinato l'adozione di misure immediate per scongiurare la diffusione del contagio. A tal proposito il ministero dell'Agricoltura ha annunciato l'abbattimento di circa 4mila suini come passo precauzionale. Il primo caso sudcoreano è stato registrato 4 mesi dopo l'accertamento del primo focolaio in Corea del Nord in un allevamento di Usi, che si trova a ridosso del confine cinese. Oltre alla Cina e alle due Coree, altri casi di peste suina africana sono stati rilevati anche nelle Filippine, in Vietnam e in Mongolia.

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