Elezioni Grecia, 7 luglio si vota per il nuovo Parlamento. Sondaggi: avanti conservatori

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Kyriakos Mitsotakis, il leader dei conservatori di Nuova Democrazia (Getty Images)

Le elezioni anticipate sono state chieste dal premier uscente Alexis Tsipras dopo la sconfitta del suo partito, Syriza, alle consultazioni europee e locali del 26 maggio scorso

Domenica 7 luglio, in Grecia, i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Le elezioni anticipate sono state convocate dal presidente greco, Prokopis Pavlopulos, su richiesta del premier uscente Alexis Tsipras a seguito della sconfitta del suo partito, Syriza, alle elezioni europee del 26 maggio scorso. In quell’occasione il principale partito di opposizione, Nuova Democrazia (ND), ha ottenuto ben 9 punti percentuali in più di quello del primo ministro, e raggiunto ottimi risultati anche alle elezioni locali e regionali che si sono svolte contestualmente.

Effetti dell'austerity e sistema elettorale

Questo voto sarà il sesto in dieci anni a livello nazionale e il primo dopo la fine della missione della Troika. Il pacchetto di misure di austerità, arrivato al termine nell’agosto 2018, nonostante abbia salvato le finanze pubbliche del Paese si è lasciato alle spalle una situazione economica ancora in piena emergenza. Secondo l'Ocse, infatti, il 70% dei greci si dice preoccupato di non riuscire a far quadrare i conti per arrivare a fine mese, e la disoccupazione giovanile si aggira intorno al 40%. Difficoltà, che stando ai sondaggi, la maggior parte dei cittadini intende superare dando la propria fiducia al partito conservatore che, in questi anni, è stato all’opposizione. Il 7 luglio verranno eletti i 300 membri che compongono il Parlamento ellenico. I seggi vengono assegnati per gran parte su base proporzionale (250), mentre 50 parlamentari spettano al partito che ha ricevuto il maggior numero di voti. Il sistema elettorale ellenico, infine, pone la soglia di sbarramento al 3%.

La campagna elettorale

L’attuale partito di maggioranza, Syriza, è al potere dal gennaio 2015. Durante il governo Tsipras, la Grecia, dopo un referendum che ha bocciato gli accordi precedenti, ha firmato per un terzo piano di aiuti per i quali è stata costretta ad attuare nuove politiche di austerità. Restrizioni che finora non hanno permesso a Syriza di promuovere riforme in grado di dare una spinta significativa all’economia ellenica. In campagna elettorale Tsipras ha assicurato che, terminato il lavoro della Troika, sarà finalmente in grado di realizzare un programma di governo ambizioso capace di sostenere le fasce di popolazione più in difficoltà. Il suo principale contendente, invece, Kyriakos Mitsotakis, il leader di Nuova Democrazia, ha puntato tutto su riforme per far ripartire l’economia e per garantire la sicurezza. Cinquantunenne, Mitsotakis è figlio dell’ex primo ministro, Konstantinos Mitsotakis, in carica dal 1990 al 1993, e dopo essersi formato ad Harvard ha lasciato il mondo delle finanza per dedicarsi alla politica. Nel programma del suo partito c’è la promessa di sbloccare le liberalizzazioni, tagli alla tassazione e maggiori fondi per arricchire gli organici delle forze di polizia. "La prima cosa che è necessaria per stimolare la crescita economica - ha dichiarato recentemente - è un governo stabile, grazie a una corposa maggioranza".

Mitsotakis in testa nei sondaggi

Secondo gli ultimi sondaggi, l’obiettivo che si è posto Mitsotakis potrebbe essere a portata di mano. Alle elezioni del 7 luglio si profila, infatti, una netta vittoria dei conservatori di Nuova Democrazia che, per l'istituto demoscopico Alco, potrebbero distanziare di quasi dieci punti percentuali Syriza. Nello specifico, secondo l’istituto, il premier Alexis Tsipras crollerebbe dal 35,5% del 2015, al 29,2%, mentre i conservatori potrebbero conquistare il 38,6% (oltre 10 punti in più rispetto a quattro anni fa). Con queste percentuali, e grazie al premio di maggioranza, ND avrebbe una maggioranza di 160 deputati su 300. Per il sondaggio, gli altri partiti che hanno buone possibilità di entrare in Parlamento sono lo schieramento di centrosinistra Kinal (Movimento del cambiamento) con il 7%, i comunisti con il 5% e il partito di estrema destra Alba Dorata con il 4%. Al di sotto della soglia di sbarramento invece Mera25, la formazione dell'ex ministro alle Finanze Yanis Varoufakis. Nel caso in cui Nuova Democrazia non riuscisse a formare un governo da sola, c’è l’ipotesi di nuove elezioni ad agosto, ma in quel caso non ci sarebbe il premio di maggioranza e sarebbe pressoché inevitabile un esecutivo di coalizione.

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