Elezioni europee: in Germania Cdu in testa, Orban stravince in Ungheria

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Trionfo in Gb del partito pro Brexit di Farage. Exploit dei Verdi tedeschi. In Francia il Rn di Le Pen primo partito. In Grecia il centrodestra sconfigge Tsipras. In Spagna in vantaggio i socialisti di Sanchez. Proiezione dell'Europarlamento: Ppe davanti

In Gran Bretagna il Brexit Party di Nigel Farage vince le elezioni europee (IL LIVEBLOG) e diventa anche il partito con più seggi nel prossimo Parlamento, con la Cdu/Csu tedesca. In Francia, vince il Rassemblement National di Marine Le Pen, mentre in seconda posizione si attesta En Marche del presidente Macron. In Portogallo il partito socialista del premier Antonio Costa si conferma primo partito con il 33,8%. In Slovenia il ticket formato da Partito democratico sloveno (SDS, conservatore) e Partito popolare sloveno (SLS) ha raccolto oltre il 26% delle preferenze. I liberali del Partito Democratico (Dp) sono il primo partito del Lussemburgo con il 21,4% e scavalcano i cristiano-sociali (Csv) del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. In Germania vince la Cdu-Csu di Angela Merkel, ma si registra un exploit dei Verdi. In Austria è primo il Partito popolare del cancelliere Kurz (34,6%). In Ungheria stravince Orban. Il centrodestra di Mitsoakis avrebbe sconfitto la sinistra del premier Tsipras in Grecia, che ha annunciato che chiederà elezioni anticipate. Confermato il successo dei laburisti di Timmermans in Olanda. L'affluenza a livello europeo è stata del 50,95%. Nell'ultima proiezione della composizione del futuro Parlamento Ue, al Partito popolare vanno 179 seggi, col 23,7%; ai Socialisti e Democratici 153 con 20,37%; ai Liberali 105 seggi, col 13,98%. I Verdi ne prenderebbero 69 col 9,19%, seguono i Conservatori Ecr a 63 a 8,39%; mentre l'Enl (il gruppo della Lega) con 58 seggi al 7,72%; e l'Efdd (il gruppo dei M5S e di Farage) 54 col 7,19%. Alla sinistra Gue 38 seggi al 5,06%. (LA MAPPA DEI RISULTATI IN EUROPA)

I risultati in Francia

In Francia si conferma la vittoria della lista di destra Prenez le Pouvoir, sostenuta dalla leader del Rassemblement National Marine Le Pen, con il 23,31% dei voti, che supera Renaissance, sostenuta tra gli altri da En Marche del presidente Emmanuel Macron, al 22,41% (la forchetta fra i due è dello 0,90%). Europe Ecologie (Verdi) ottiene invece il 13,47%, mentre l'Unione di centrodestra 8,48. La France Insoumise (sinistra radicale) prende il 6,31% e 6,19% e Ps/place publique il 6,19%. Il Rassemblement National di Le Pen ed En Marche di Macron avranno lo stesso numero di seggi, 23, al Parlamento europeo. Tuttavia, quando la Gran Bretagna lascerà l'Ue a Rn spetterà uno dei suoi seggi e salirà quindi a 24. I Verdi francesi ne hanno conquistati 13 (LA MAPPA DEL VOTO IN FRANCIA).

I risultati in Gran Bretagna

Scrutinio completato in Gran Bretagna. Sono 29 i seggi destinati al Brexit Party di Nigel Farage alla prossima assemblea di Strasburgo: un numero che in base alle stime attuali ne farebbe il più grande gruppo nazionale con la Cdu/Csu tedesca e subito davanti alla Lega. Il Brexit Party si attesta al 31,6% finale; seguito da LibDem al 18,53% (16 seggi), Labour poco sopra il 14% (10 seggi), Verdi (11% e 7 seggi) e Tory. Gli indipendentisti scozzesi dell'Snp (3,3% a livello nazionale, ma confermatisi primi in Scozia con oltre il 37%) guadagnano 3 seggi (+1); e quelli gallesi del Plaid Cymru (1% nazionale e secondi nelle circoscrizioni del Galles dietro il Brexit Party, ma davanti al Labour, tradizionalmente primo nella zona) mantengono il seggio che avevano. Al palo, infine, con un modesto 3,4 di voti ciascuni e zero seggi sia i pro Remain del fallito progetto di Change Uk, nato dalla fusione di transfughi centristi di Labour e Tory; sia l'Ukip, abbandonato da Farage dopo essersi spostato verso l'ultradestra (LA MAPPA DEL VOTO IN INGHILTERRA - CROLLO TORY).

I risultati in Germania

In Germania l'Unione di Cdu e Csu ottiene il 28,9% (il 6,4 in meno rispetto al 2014). La Spd si ferma al 15,8%, ed è il partito che accusa la maggiore perdita rispetto alle ultime europee. I Verdi praticamente raddoppiano i consensi: raggiungono il 20,5%, a fronte del precedente 9.8%. L'Afd arriva all'11% (+3,9%), la Linke al 5,5% (meno 1,9%) e i liberali della Fdp arrivano al 5,4, crescendo del 2%.

I risultati in Spagna

In Spagna si conferma il successo netto dei socialisti del premier Pedro Sanchez. Il Psoe, a scrutinio quasi concluso, ha ottenuto un risultato ancora più importante rispetto ai sondaggi: il 32,8%, che gli varrà 20 seggi all'Eurocamera. Ben 12 punti indietro i popolari, al 20,1%. Al terzo posto i centristi di Ciudadanos, 12,2%, seguiti dalla sinistra radicale di Podemos (10%). Si conferma anche il passo indietro di Vox: l'ultradestra, che appena un mese fa era arrivata al 10% alle politiche, oggi si è fermata al 6,2%, che equivale a 3 seggi a Strasburgo. Anche gli indipendentisti catalani entrano a Strasburgo, sia Oriol Junqueras, in carcere a Madrid per il tentativo di secessione del 2017, che Carles Puidgemont, autoesiliatosi in Belgio. (LA MAPPA DEL VOTO IN SPAGNA)

I risultati in Portogallo

In Portogallo il partito socialista del premier Antonio Costa si conferma alle Europee primo partito con il 33,8% (10 seggi tra le fila dell'S&D), seguito dai socialdemocratici al 22% (6 seggi nel Ppe). Il 'Blocco di Sinistra' ottiene 2 seggi con il 9,5%, i verdi un seggio con il 6,06%.

I risultati in Croazia e Slovenia

I risultati definitivi delle elezioni europee in Croazia mostrano un sostanziale pareggio tra i conservatori del primo ministro Andrej Plenkovic e i socialdemocratici all'opposizione, che si aggiudicando quattro mandati ciascuno degli undici rappresentanti croati alla Eurocamera. L'Unione democratica croata (Hdz) di Plenkovic si è alla fine fermata al 22,7% delle preferenze, che non sono bastate a confermare il quinto mandato, tanto sperato dal primo ministro. I socialdemocratici con il 18,7% hanno tenuto bene. Hanno superato lo sbarramento del 5% altre quattro liste, incluso il Muro umano (Zivi zid), alleato del M5S, che si aggiudicano un europarlamentare ciascuna. Oltre a Zivi zid ottengono un seggio a Strasburgo la destra sovranista e un ex giudice indipendente, Mislav Kolakusic, che si presenta con una forte retorica anticorruzione e antisistema. Il dodicesimo mandato, che spetterà alla Croazia dopo la Brexit, è andato ai liberali. In Slovenia, stando ai risultati pubblicati sul sito della Commissione elettorale nazionale, il ticket formato da Partito democratico sloveno (SDS, conservatore) e Partito popolare sloveno (SLS) ha raccolto oltre il 26% delle preferenze, aggiudicandosi quindi 3 degli 8 eurodeputati eletti nel Paese. I Socialdemocratici (SD) e la Lista del Primo ministro Marjan Sarec (LMS) ottengono due deputati a testa, ottenendo rispettivamente il 18,6 e il 15,6%. I cristiano-democratici di Nuova Slovenia (NSi) hanno raccolto le preferenze dell'11% degli elettori e manderanno a Bruxelles un eurodeputato. Hanno votato poco meno di mezzo milione di persone, pari al 28,13% degli elettori.

I risultati in Lussemburgo

I liberali del Partito Democratico (Dp) sono il primo partito del Lussemburgo alle Europee con il 21,4% e scavalcano i cristiano-sociali (Csv) del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che si fermano al 21,1%. Sono i risultati definitivi del Granducato diffusi da Europe Elects. Il Csv ha fatto registrare un calo dei suffragi del 16,5% rispetto al 2014: si tratta del peggior risultato nella storia del partito cristiano-sociale. Migliora invece la posizione dei liberali, che balzano dal terzo al primo posto rispetto a cinque anni fa (+7%). Positiva anche la prestazione dei Verdi, al terzo posto con il 18,9% (dal 15,01% del 2014). Più distanti, al 12,2%, i socialisti del Partito Operaio (in linea con il 2014). In aumento le frange sovraniste: il Partito Riformista di Alternativa Democratica passa dal 7,53 al 10%, mentre gli estremisti di destra dei Pirati raddoppiano quasi i loro consensi, dal 4,2 al 7,7%. Volt, la nuova formazione giovanile paneuropea, si ferma al 2,11%.

I risultati in Estonia, Lettonia e Lituania

Alle europee in Estonia, il Partito Riformista è arrivato primo, con il 26,2%, seguito dai socialdemocratici con il 23,3%. I conservatori euroscettici di Ekre sono soltanto quarti, al 12,7%, superati dal Partito di Centro (Ke) al 14,4%. In Lettonia dimezza i propri consensi ma resta primo il partito Unità, dove milita l'attuale vicepresidente della Commissione europea ed ex primo ministro del paese baltico Valdis Dombrovskis. In Lituania, invece, i risultati parziali indicano la vittoria dei conservatori di Unione per la Patria (Ts-Lkd) con il 18,6%, seguiti dai socialdemocratici con il 15,07%. Il partito populista al potere l'Unione dei Verdi e Contadini lituani (Lvzs), è terzo all'11,9%.

I risultati in Finlandia, Svezia e Danimarca

In Finlandia vincono i conservatori del National Coalition Party (Kok) col 20,8% (-2%), che ottengono tre seggi per il Ppe. I liberali di Venstre sono in testa in Danimarca con il 23,5%. Al secondo posto, i Socialdemocratici, guidati dalla leader Mette Frederiksen, con il 21,5%. Crollano invece gli euroscettici del Partito del popolo danese, al 13,2%. In Svezia il partito democratico nazionalista e populista ha messo a segno il maggior distacco dalle elezioni del 2014, balzando dal 5,7 al 15,4 per cento e conquistando tre seggi all'Europarlamento. La compagine resta comunque il terzo partito nel Paese scandinavo. Il partito socialdemocratico resta il più forte, con il 23,6% dei voti e cinque seggi. Resta al secondo posto il partito dei Moderati, con 4 seggi.

I risultati in Slovacchia e Repubblica Ceca

In Slovacchia, invece, vincono i liberali di centrosinistra di Progressive Slovakia (Ps) della neo-presidente Zuzana Čaputova col 20,11%. Affermazione a sorpresa dell'estrema destra di ĽSNS, terzo partito al 12%. In Repubblica Ceca il partito del premier Andrej Babis ottiene la vittoria col 21,18% (+5%), conquistando 6 seggi all'Eurocamera.

I risultati a Cipro

Un turco-cipriota è stato eletto per la prima volta al Parlamento europeo da quando la nazione (la sola parte greco-cipriota, l'unica riconosciuta dalla comunità internazionale) si è unita all'Ue nel 2004. Niyazi Kizilyurek, che insegna all'Università di Cipro, è stato eletto nelle liste dei comunisti di Akel, giunti secondi dietro ai conservatori di Disy. In dichiarazioni alla stazione Tv Sigma, Kizilyurek ha detto che intende rappresentare tutti i ciprioti, senza distinzione di etnia. Il leader di Akel, Andros Kyprianou, ha detto che l'elezione dell'accademico mostra che i ciprioti vogliono mettere fine alla divisione dell'isola, che si protrae dal 1974.

I risultati in Romania e Bulgaria

In Romania il Partito socialdemocratico (Psd), forza di maggioranza nel governo guidato dalla premier Viorica Dancila, è uscito sconfitto dal voto europeo. I dati definitivi delle elezioni europarlamentari diffusi a Bucarest dalla commissione elettorale indicano una netta sconfitta della coalizione di governo e la vittoria dei partiti di opposizione. Il Psd ha ottenuto il 22,64%, mentre l'alleato di governo Alde (Alleanza di liberali e democratici), con solo il 4,13%, è rimasto sotto la soglia di sbarramento del 5% necessaria a ottenere seggi a Strasburgo. Vincitore delle elezioni è risultato invece il Partito nazional liberale (Pnl), all'opposizione, al quale è andato il 26,97% dei consensi. Buono anche il risultato del nuovo gruppo di centrodestra formato da Usr (Uniunea Salvati Romania) e Plus dell'ex premier Ciolos, che con il 22,19% si è portato addirittura a ridosso de Psd. In Bulgaria dopo lo spoglio del 95,2% delle schede elettorali si conferma il successo del partito conservatore Gerb al governo. A questa formazione guidata dal premier Boyko Borissov è andato il 30,94% dei voti. Seguono il partito socialista (Bsp, all'opposizione) con il 24,24%, il partito della minoranza turca (Dps) con il 16,36%, il partito nazionalista Vmro con il 7,42% e la coalizione di centrodestra 'Bulgaria democratica' con il 6,24% dei consensi.

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