Elezioni in Slovacchia, Zuzana Čaputová favorita per la presidenza

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Daniele Brunetti

I sondaggi danno in vantaggio Zuzana Čaputová, la vicepresidente del partito liberale Progresívne Slovensko (Getty Images)
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Ad un  anno dall'omicidio del giornalista Jan Kuciak, il 16 marzo si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali. In vantaggio nei sondaggi l'avvocatessa e attivista del partito liberale Progresívne Slovensko. Senza maggioranza assoluta, si rivota il 30 marzo

La Slovacchia si appresta a eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Il voto arriva a circa un anno di distanza dall’omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua fidanzata, a seguito del quale il primo ministro Robert Fico, leader del partito di maggioranza Smer, è stato costretto a dimettersi. A poche ore dal voto, i sondaggi danno in vantaggio la candidata liberale Zuzana Čaputová che potrebbe prevalere sul principale sfidante, Maros Šefčovič, sostenuto proprio dal partito socialdemocratico Smer, oggetto di pesanti contestazioni in questi mesi. Il primo turno delle elezioni si terrà il 16 marzo e, nel caso in cui nessuno dei candidati riesca a raggiungere la maggioranza assoluta, il 30 marzo verrà organizzato un secondo turno in cui si sfideranno i due che avranno raccolto il maggior numero di voti.

Test sulla tenuta del governo

L’omicidio di Kuciak, avvenuto nel febbraio dello scorso anno, ha causato un vero e proprio terremoto nella politica slovacca, che è stata travolta dalla più grande ondata di proteste dell’era post-comunista. Il reporter, prima di essere assassinato, stava lavorando ad un’inchiesta che aveva smascherato presunte connessioni tra alcuni politici slovacchi e la criminalità organizzata. Oltre alle dimissioni primo ministro Robert Fico, a seguito dell’omicidio hanno lasciato il loro incarico anche il ministro dell'Interno, Robert Kalinak, quello della Cultura Marek Madaric, l'assistente del premier, Maria Troskova, e il segretario del Consiglio di sicurezza, Viliam Jasan.

Il voto presidenziale è la prima elezione nazionale che si svolge nel Paese dopo l’assassinio di Kuciak. A seguito delle dimissioni di Fico, infatti, il governo è stato affidato a Peter Pellegrini, un altro membro di spicco dei social democratici dello Smer. Per questa ragione, la consultazione viene considerata molto importante per testare la tenuta del partito di maggioranza, che potrebbe risentire ancora dell’onda lunga delle proteste. Inoltre, sebbene il Presidente della Repubblica in Slovacchia abbia poteri limitati, conserva delle prerogative che ne fanno una figura fondamentale per avviare un’efficace lotta alla corruzione. Oltre ad indicare il primo ministro e porre il veto sui disegni di legge, nomina infatti i giudici ai vertici del sistema giudiziario, come il procuratore generale e quello speciale.

Čaputová in vantaggio

I sondaggi resi pubblici nelle scorse settimane danno in vantaggio Zuzana Čaputová, la vicepresidente del partito liberale Progresívne Slovensko, che durante la campagna elettorale ha cavalcato il sentimento anti establishment promettendo una lotta senza quartiere alla corruzione. Avvocatessa e attivista, Čaputová ha 45 anni e, prima di candidarsi, doveva gran parte della sua notorietà alla massacrante battaglia legale condotta contro i proprietari di una discarica a Pezinok, a 20 chilometri a nord-est dalla capitale Bratislava. Lo slogan della sua campagna elettorale è "Combattiamo il male insieme" e, nelle ultime settimane, ha dichiarato che queste elezioni rappresentano un bivio. "Stiamo affrontando una crisi di fiducia nella politica e i valori democratici sono messi in dubbio. Se non fermiamo questa tendenza, gli estremisti guadagneranno terreno".

Maros Šefčovič il principale sfidante

Il principale sfidante di Čaputová, che secondo alcuni potrebbe riuscire addirittura a vincere al primo turno, è considerato Maros Šefčovič, il vicepresidente uscente della Commissione europea. Al momento però, il candidato di Smer, che ricopre anche l’incarico di Commissario europeo per l'Energia, è dato decisamente in ritardo rispetto alla candidata di Progresívne Slovensko, che nelle scorse settimane ha incassato anche l’appoggio del presidente uscente Andrej Kiska. Tra gli altri aspiranti alla presidenza c’è inoltre l'ex giudice della Corte Suprema e ministro della giustizia, Štefan Harabin. Euroscettico, Harabin in campagna elettorale si è detto fortemente contrario al Global Compact per l’accoglienza di migranti e rifugiati.

La Slovacchia in Europa

Le elezioni in Slovacchia sono molto interessanti anche in ottica europea, non solo perché il Paese è una delle economie più dinamiche dell’intera Unione, ma anche per la presenza all’interno del "Gruppo di Visegrád", insieme a Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Proprio al fianco di queste Nazioni, negli scorsi anni la Slovacchia è stata protagonista a Bruxelles dell’opposizione al piano di ricollocamento dei richiedenti asilo arrivati in Europa proposto dalla Commissione europea. In quest’ottica, l’elezione presidenziale potrebbe contribuire a spostare gli equilibri interni al governo, e di conseguenza portare ad una svolta nel posizionamento della Slovacchia in Europa. A tal proposito, nei giorni scorsi, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, rivolgendosi al premier slovacco Pellegrini durante la plenaria dell'Europarlamento dello scorso 12 marzo, ha dichiarato: "La Slovacchia ha la presidenza del gruppo di Visegrad e vorrei che approfittasse per mettere fine a questo dibattito inutile fra europei dell'est e dell'ovest". L’Europa, ha continuato Junker, "deve respirare con due polmoni, che non si mettano in rivalità all'interno dello stesso corpo".

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