Venezuela, in arrivo nuove sanzioni Usa. Guaidó: Se mi arrestano risposta senza precedenti

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La mossa degli Stati Uniti per mettere ulteriore pressione al governo di Nicolas Maduro. Intanto botta e risposta a distanza tra il leader dell'opposizione e il presidente venezuelano, che ha evocato la cattura del rivale al suo ritorno nel Paese

Washington imporrà altre sanzioni al Venezuela nei prossimi giorni per aumentare la pressione sul governo del presidente Nicolas Maduro. A dirlo è l'inviato speciale Usa per il Venezuela Elliott Abrams, prima di una riunione del consiglio di sicurezza dell'Onu chiesta dagli Usa. Maduro, nelle scorse ore, durante un’intervista alla Abc aveva attaccato nuovamente gli Stati Uniti, affermando che "stanno cercando di provocare una crisi per giustificare un'escalation politica e un intervento militare in Venezuela, per portare la guerra in Sudamerica”. "È in atto il tentativo di stabilire un governo parallelo in Venezuela, perché gli Stati Uniti vogliono il petrolio venezuelano e sono pronti a fare una guerra per il petrolio venezuelano", ha affermato Maduro.

Guaidó: "Se mi arrestano risposta senza precedenti"

Botta e risposta a distanza, intanto, tra il presidente autoproclamato Juan Guaidó e Maduro. Il presidente autoproclamato ha risposto con decisione a Maduro, che in un’intervista alla Abc ha affermato che il leader dell’opposizione "può lasciare il Paese e tornare, ma dovrà affrontare la giustizia perché la giustizia gli proibiva di lasciare il Paese": “Se oseranno imprigionarmi ci sarà una risposta senza precedenti”, afferma con durezza Guaidó, “sia della gente che della comunità internazionale”. Guaidó ha confermato l'intenzione di tornare a Caracas già "questa settimana". "Un detenuto non serve a nessuno, ma nemmeno un presidente esiliato", ha poi aggiunto Guaidó intervistato dalla tv Ntn24. "Il mio dovere è di stare a Caracas nonostante i rischi", ha sottolineato infine il leader dell’opposizione.

Oltre 300 militari hanno disertato e sono fuggiti in Colombia

Nel frattempo la Colombia è il principale Paese di destinazione di chi tra i militari ha deciso di disertare. Almeno 320 soldati e membri della Guardia Nazionale del Venezuela hanno cercato asilo nel Paese da sabato. Lo ha riferito Christian Kruger, direttore di Migracion Colombia, l'ente pubblico che gestisce l'arrivo degli stranieri nel paese latinoamericano. "Stiamo già superando la cifra di 320 e sicuramente oggi alla fine della giornata, se la tendenza continua, supereremo i 400", ha detto il funzionario, sottolineando che il flusso è iniziato con 28 soldati sabato scorso, e da allora il numero è cresciuto fino al numero registrato oggi. Kruger ha riferito che la maggioranza dei militari è fuggita in Colombia attraverso i punti di confine di Cúcuta, La Guajira e Arauca, ma ci sono stati casi di soldati che si sono presentati alle strutture di Migracion Colombia a Medellín e Bogotá. Per quanto riguarda i ranghi e i gradi, ci sono "tutti i livelli" e le forze, da maggiori, ai capitani e ufficiali.

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