Venezuela, terzo alto ufficiale dell’esercito riconosce Guaidò come presidente

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Il colonnello Ruben Paz Jiménez, vicedirettore dell'Ospedale militare di Maracaibo, dice di aver marciato il 23 gennaio per disconoscere Maduro e chiede di “permettere l'ingresso di aiuti umanitari”. Oggi nuove manifestazioni. Russia verso sua risoluzione all’Onu

Mentre la crisi venezuelana continua ormai da settimane, un terzo alto ufficiale dell’esercito ha riconosciuto Juan Guaidò (CHI È) come presidente del Paese e ha disconosciuto l'autorità di Nicolás Maduro (CHI È). Si tratta del colonnello Ruben Paz Jiménez, che ha ufficializzato con un video il suo appoggio al leader dell'Assemblea nazionale venezuelana autoproclamatosi presidente ad interim. Intanto, sulla crisi non ci sono ancora passi avanti. Guaidò ieri non ha escluso la richiesta di un intervento armato nel Paese, mentre gli Usa sono in contatto diretto con alcuni responsabili delle Forze Armate, ai quali chiedono di “abbandonare Maduro". Maduro, da parte sua, ha bocciato le indicazioni del gruppo di contatto uscite dall'incontro di Montevideo, negando di fatto sia nuove elezioni sia il via libera ad aiuti umanitari. Al Consiglio di sicurezza dell'Onu, poi, si profilano due risoluzioni: da Mosca e da Washington.

L’appoggio del colonnello Ruben Paz Jiménez a Guaidò

L’appoggio del colonnello Ruben Paz Jiménez, vicedirettore dell'Ospedale militare di Maracaibo, a Guaidò è arrivato ieri. Nel video, l’uomo ha spiegato che, “facendo uso di un diritto costituzionale, il 23 gennaio ho marciato in uniforme insieme al popolo venezuelano per disconoscere Maduro come presidente e riconoscere il presidente dell'Assemblea nazionale, Juan Guaidò, come presidente ad interim e capo della Forza armata venezuelana". Il colonnello ha aggiunto: “Il 90% della Forza armata è scontento, perché ci stanno utilizzando per mantenere loro al potere. Mostriamo coraggio e non abbiamo paura. Uniti, la Forza armata, il popolo e il presidente Guaidò, ricostruiremo il Venezuela”. L’uomo ha anche chiesto agli integranti della Forza armata nazionale bolivariana (Fanb) di “permettere l'ingresso di aiuti umanitari” per “salvare vite umane”. “Come medico – ha detto – confermo la problematica sanitaria che vive il Paese. Sono molte le vite che possiamo salvare. Lasciate che il popolo abbia diritto alla salute. Lei, generale Padrino Lopez (ministro della Difesa venezuelano, ndr), rinsavisca, la storia lo giudicherà". Il colonnello Jiménez è il terzo alto ufficiale a ribellarsi a Maduro dal 23 gennaio, dopo l'addetto militare venezuelano a Washington, colonnello José Luis Silva Silva, e il generale dell'Aeronautica, Francisco Esteban Yanez Rodriguez.

Nuove manifestazioni

Oggi nel Paese sono attese nuove manifestazioni sia pro Maduro sia pro Guaidò. Fabiana Rosales, moglie di quest’ultimo, ha convocato un “Grande rosario mondiale” per il Venezuela che comincerà alle 9 locali nella chiesa La Guadalupe de las Mercedes di Caracas. Venerdì scorso, poi, il leader dell'opposizione aveva annunciato una mobilitazione per questo fine settimana contro "l'usurpazione" e una grande manifestazione per martedì prossimo.

Verso la doppia bozza di risoluzione

Sul fronte internazionale, intanto, si profilano due risoluzioni al Consiglio di sicurezza dell'Onu. La Russia - riferisce la Tass - ha in programma di sottoporre una propria bozza, in risposta a quella proposta dagli Stati Uniti che prevede nuove elezioni. “Il Consiglio di sicurezza dell'Onu fa appello affinché la situazione in Venezuela sia risolta con mezzi pacifici”, ci sarebbe scritto sulla risoluzione proposta da Mosca, sempre secondo quanto riferisce la Tass. E ancora: "Sostiene tutte le iniziative volte a raggiungere una soluzione politica, incluso il Meccanismo elaborato a Montevideo". La risoluzione Usa - sempre secondo la Tass - propone invece di annullare le elezioni presidenziali del 2018 e svolgere nuove elezioni.

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