Ministero Giustizia risponde a Francia: “Richieste estradizione latitanti già trasmesse”

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La ministra francese Nicole Belloubet e i ministri italiani Matteo Salvini e Alfonso Bonafede (Getty)

Il dicastero guidato da Bonafede smentisce la ministra transalpina Belloubet che aveva detto di non aver ancora ricevuto alcuna istanza e fa sapere che per 6 ricercati esiste un mandato di cattura europeo. Salvini: “Verificheremo la disponibilità del governo francese"

Un altro botta e risposta tra Italia e Francia, stavolta è sui latitanti ricercati per terrorismo che si troverebbero nel Paese transalpino. "Alla Francia sono state trasmesse richieste di estradizione per tutti i latitanti localizzati nel Paese. Non risponde al vero, quindi, quanto - secondo fonti di stampa - avrebbe dichiarato la ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet, a proposito dell'assenza di istanze da parte delle autorità italiane”, fa sapere il ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede. E sarebbero almeno 6 i latitanti per i quali esiste già un mandato di cattura europeo. La precisazione del ministero italiano arriva dopo che la ministra aveva detto ai microfoni di France Inter che la presenza in Francia degli italiani ricercati per terrorismo è “possibile”, ma anche di non aver "ancora" ricevuto alcuna richiesta di estradizione. “E' un tema - aveva detto Belloubet - su cui non ho ancora lavorato concretamente. Lo esamineremo con la massima attenzione", ha aggiunto, assicurando di voler avere "discussioni" sull'argomento con l’Italia (TUTTI GLI SCONTRI ITALIA-FRANCIA).


Per almeno 6 latitanti mandato di cattura europeo

Secondo fonti qualificate citate dall'Ansa, sarebbero almeno sei i latitanti per fatti di terrorismo che, secondo le autorità italiane, potrebbero essere immediatamente estradati dalla Francia per scontare le condanne in Italia. I nomi sarebbero contenuti nell'ultima scrematura effettuata dai tecnici del Viminale e del ministero della Giustizia sulla base dell'elenco completo dei latitanti di destra e sinistra fuggiti all’estero. I tecnici hanno lavorato su due liste, una prima con trenta nomi - 27 di esponenti della sinistra e 3 di destra - e una seconda più ampia nella quale figurerebbero 37 soggetti, alcuni dei quali - è stato lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini a dirlo - "temo però assolutamente irrecuperabili". L'analisi approfondita dei due elenchi ha dunque permesso, sempre secondo quanto si apprende, di accertare che in almeno 6 casi già esiste un mandato di cattura europeo e, dunque, in presenza della volontà politica, sarebbe possibile intervenire.

Salvini: "Verificheremo disponibilità al dialogo Francia"

Nel corso di una conferenza stampa al Viminale Salvini ha detto che l'elenco dei terroristi "è quasi ultimato" e che nei prossimi giorni l'Italia "verificherà la disponibilità al dialogo del governo francese". "Conto di perfezionare entro la settimana, con i colleghi di governo che con me condividono la responsabilità, le prime richieste di estradizione che - ha aggiunto Salvini - in alcuni casi sono già state confermate 20 anni fa ma non sono mai state perfezionate e ultimate". E questo perché "di alcuni soggetti, con nomi e cognomi e di cui è nota la residenza, condannati all'ergastolo e ora residenti in Francia, abbiamo già tutti i dati disponibili".

Salvini: “Macron faccia come Bolsonaro”

Sempre oggi Salvini è tornato sul tema dei latitanti in Francia con una foto pubblicata sul profilo Twitter, che ritrae il presidente francese Emmanuel Macron, lo stesso Salvini e il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Il post riporta una dichiarazione di Bolsonaro: “Il Brasile non sarà mai più un rifugio di criminali e di banditi sotto copertura di rifugiati politici”. Salvini scrive: ”Apprezzo le parole del presidente brasiliano Jair Bolsonaro che ringrazio ancora una volta per la collaborazione mostrata nel caso Battisti. L’Italia si aspetta una identica dichiarazione anche da parte di Macron".

Bonafede: “Impegno su latitanti è giustizia non vendetta"

Quello dei terroristi latitanti e della loro cattura e estradizione "è un fronte su cui il Dipartimento Affari di giustizia del ministero si sta impegnando da tempo ed è un settore che vedrà questo impegno concretizzarsi con gli interlocutori internazionali. Ogni situazione di ogni singolo soggetto è diversa dall'altra e le differenze riguardano spesso anche lo Stato di riferimento”, ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sottolineando che "lo Stato, senza nessuno spirito di vendetta, rivendica il suo diritto a far scontare la pena".

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