India, a Kerala nuova sfida al divieto religioso: terza donna nel tempio indù

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Alcuni dei manifestanti hanno bruciato effigi del primo ministro del Kerala Pinarayi Vijayan, che sostiene l'uguaglianza di genere (Foto: Getty Images)
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La Corte suprema indiana ha rimosso il bando imposto dal luogo di culto, ma i religiosi più ortodossi continuano a protestare in tutto lo Stato. Una persona è morta e 100 sono rimaste ferite negli scontri seguiti alla proteste

Una terza donna è entrata nel tempio indù di Sabarimala, nel Kerala, nel sud dell'India. Si è così unita alla scelta di altre due che, mercoledì 2 gennaio, si sono recate nella struttura per pregare. Si è trattato di una prima volta, visto che nel luogo di culto l'ingresso era vietato alle donne fino a una recente sentenza della Corte suprema.

La terza donna del tempio

La donna – riferiscono le autorità locali – ha 46 anni e sarebbe stata accompagnata al tempio dal marito verso le 11 di sera. Le forze dell'ordine erano state avvertite e hanno monitorato la situazione. Resta infatti alta la tensione: gli uomini più ortodossi continuano a protestare e continuano a sostenere il bando, che prevedeva il divieto d'ingresso alle donne in età mestruale - dai 10 ai 50 anni – perché ritenute impure. La Corte indiana si era espressa a settembre in favore dell'uguaglianza di genere, ma le autorità del tempio e i fedeli avevano sempre bloccato l'ingresso alle donne.  

I disordini nel Kerala

Nei disordini scoppiati sul territorio del Kerala in seguito all'ingresso delle donne nel tempio, una persona è morta e altre 100, tra cui 21 poliziotti, sono rimaste ferite. "Abbiamo arrestato 1.369 persone per gli scontri e ne abbiamo presi altri 717 in custodia preventiva per fermare ulteriori violenze", ha detto il portavoce della polizia, Pramod Kumar. La polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni, granate stordenti e idranti per contenere la rabbia dei manifestanti: i gruppi induisti conservatori del Kerala hanno paralizzato il traffico nella giornata di giovedì 3 gennaio e anche bruciato effigi del primo ministro del Kerala Pinarayi Vijayan. Le proteste sono scoppiate all'indomani della gigantesca catena umana di 500 chilometri formata da migliaia di donne nel Kerala per rivendicare l'uguaglianza di genere.

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