Masha e Orso, il Times: "Il cartone nasconde propaganda russa"

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Masha e Orso (Archivio Ansa)

Secondo gli esperti citati dal quotidiano britannico, dietro ai due personaggi della famosa serie animata (prodotta da uno studio di Mosca) ci sarebbero simboli sovietici ma anche riferimenti a Putin e al Cremlino

Propaganda russa dietro il cartone animato di Masha e Orso: è questa la tesi del Times. Secondo gli esperti interpellati dal quotidiano britannico infatti, la bionda bambina e il suo fedele compagno (prodotti da uno studio con sede a Mosca) nasconderebbero in realtà riferimenti e simboli che rimandano a Putin e al Cremlino.

Masha come Putin, Orso simbolo della Russia

La teoria della propaganda russa dietro le avventure della seguitissima coppia (il solo canale YouTube in lingua inglese conta oltre quattro milioni di iscritti) sarebbe confermata dal professor Anthony Glees, esperto di Intelligence e docente all’Università di Buckingham. Secondo lui, "Masha è un personaggio esuberante ma allo stesso tempo cattivo e impavido, parla spesso del suo fisico, del suo peso leggero e non è inverosimile vedere in lei tratti che ricordano Putin". Secondo il Times, inoltre, altri Paesi vicini alla Russia avrebbero riscontrato caratteri propagandistici nei due personaggi. Citando un giornale e un’Università estone, il quotidiano londinese afferma che la Comunication School di Tallin si è lamentata del fatto che Orso sia palesemente il simbolo della Russia e come il suo carattere affettuoso e giocoso sia un tentativo da parte della produzione di rimpiazzare l’immagine negativa della Russia nell’ideale collettivo dei bambini.

Dalla Russia: teoria ridicola

Concetti simili sono stati infine espressi in Lituania, dove un episodio in cui Masha indossa un cappello sovietico e "difende" il suo giardino dai ladri di carote è stato interpretato come un messaggio subliminale di una Russia pronta a difendere i propri confini dagli invasori. Il Times afferma inoltre che la teoria propagandistica è stata commentata dai media russi come "ridicola" e frutto di una "Russofobia" da parte dei Paesi Baltici.

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