Riad ammette: "Khashoggi è morto, omicidio nel consolato di Istanbul"

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Il giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi (Getty Images)

Arrestate 18 persone e rimosso il generale Ahmed al Asiri, uomo di punta dei servizi segreti sauditi. Nyt: "Reporter strangolato". Trump sull'Arabia Saudita: "Spiegazione credibile, ma voglio parlare col principe ereditario". Turchia vuole "rivelare dettagli morte"

A 18 giorni dalla sparizione, l’Arabia Saudita ammette che il giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi è stato ucciso. L’omicidio, come ha spiegato la televisione di Riad citando i risultati preliminari di un’inchiesta, è avvenuto durante una “colluttazione”, nel consolato di Istanbul. Per l’accaduto sono state arrestate 18 persone. E sono stati rimossi dai loro incarichi due stretti collaboratori della Corona: il generale Ahmed al Asiri, uomo di punta dei servizi segreti, e Saud al-Qahtani, stretto consigliere del principe ereditario Mohammed bin Salman. Ma sono ancora molti i punti da chiarire (LE TAPPE). A tracciare una prima ricostruzione di quanto successo al reporter, è il New York Times: "Ha tentato di fuggire dal consolato, lo hanno fermato, preso a pugni. Lui ha iniziato a urlare, allora uno dei presenti lo ha preso per il collo, strangololandolo fino alla morte", scrive il quotidiano americano citando un "alto funzionario saudita". "C'è un ordine generale del Regno di far rientrare i dissidenti che vivono all'estero. Quando Khashoggi ha contattato il consolato, il generale Asiri ha inviato il team di 15 uomini", aggiunge la fonte.

Pressioni su Riad, Trump valuta sanzioni

Dopo l'ammissione di Riad, sono arrivate le reazioni di altri Stati. La Turchia ha fatto sapere che il presidente Recep Tayyp Erdogan è determinato "a rivelare i dettagli sulla morte" di Khashoggi. Il Paese, ha spiegato un portavoce, "non accuserà nessuno prima della fine delle indagini" ma "non vuole che sia nascosta nessuna cosa" sul caso. Il presidente americano Donald Trump, invece, ha definito "credibile" la spiegazione fornita dall'Arabia Saudita sulla vicenda. Ma ha anche precisato: "Voglio parlare con il principe prima di intraprendere i prossimi passi". Il re Salman, nel frattempo, ha disposto la creazione di un comitato ministeriale per la riforma dei servizi segreti che sarà presieduto dal principe ereditario. L’ammissione di Riad è arrivata dopo le richieste sempre più pressanti da parte della comunità internazionale e le minacce di sanzioni dagli Usa. Ieri Trump era tornato a minacciare l'Arabia Saudita e aveva detto che probabilmente entro lunedì avrebbe ottenuto tutte le informazioni del caso. Poi, dopo l'annuncio dei sauditi, il tycoon ha precisato che preferirebbe "un certo tipo di sanzioni", preservando però gli accordi di vendita sulle armi. 

Le indagini di Istanbul sul caso Khashoggi

Procede intanto l'inchiesta. La procura di Istanbul ha interrogato come testimoni 15 dipendenti turchi della sede diplomatica di Riad. Tra loro contabili, tecnici, operatori telefonici e anche l'autista del console. Non c'era lui però alla guida del minivan nero modello Mercedes Vito con targa diplomatica ispezionato dai tecnici della scientifica turca. Proprio il minivan sarebbe il mezzo con cui il corpo di Khashoggi - o i suoi resti - sarebbero stati trasportati fuori dal consolato. Prima, alle 15:09, poco meno di due ore dall'ingresso del reporter, il cadavere sarebbe stato portato nella residenza del console saudita a Istanbul. Poi in una località lontana, forse la foresta di Belgrado, il bosco meta di escursionisti alla periferia europea della città turca, dove in queste ore proseguono le ricerche della polizia. Il Washington Post, inoltre, afferma che "funzionari della Cia hanno ascoltato" le registrazioni audio turche che "provano che Khashoggi è stato ucciso e poi smembrato" e che la morte  del giornalista saudita non è stata quindi accidentale. 

Arabia Saudita isolata

Riad ora, e in particolare il principe ereditario Mohammed bin Salman, appare isolata. Boicottata dai ministri economici di Europa e Stati Uniti e dal Fondo monetario internazionale, la sua 'Davos del deserto' inizierà il 22 ottobre con molte defezioni. Ieri ha annunciato la sua assenza anche un altro gigante economico, Airbus, che si unisce a diverse grandi aziende e banche, da Uber a Hsbc, e ai big dell'editoria Usa, tra cui Cnn e New York Times. Il segretario al Tesoro americano, Steve Mnuchin, anche lui tra i disertori dell'evento, andrà però a Riad a fine mese, per un incontro sulla lotta al terrorismo a Riad. Ma su quanto accaduto a Khashoggi si esprimono anche gli avversari dell'Arabia Saudita in Medio Oriente. Dal Libano il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, l'ha invitata a prendere una decisione "coraggiosa" e porre fine alla guerra in Yemen, sostenendo che "l'immagine nel mondo dell'Arabia Saudita è al suo minimo storico".

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