Save the Children: ogni minuto muoiono 5 bambini per malnutrizione

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Secondo Save the Children circa 151 milioni di bambini è affetto da malnutrizione cronico (archivio Getty Images)
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L'ultimo rapporto della Ong lancia la campagna "Fino all'ultimo bambino" e denuncia una situazione critica in molti Paesi del mondo. Testimonial del 2018 sono la cantante Elisa e l'attore Cesare Bocci

La malnutrizione colpisce ogni giorno nel mondo 7mila bambini e ogni minuto uccide 5 piccoli sotto i 5 anni. L'allarme arriva da Save the Children che il 15 ottobre lancia la campagna "Fino all'ultimo bambino" a favore dei piccoli che nei loro Paesi sono colpiti da fenomeni terribili come carestie e siccità, povertà estrema, guerre e conflitti. Cause che portano alla privazione di cibo, acqua pulita e cure mediche adeguate.

La campagna "Fino all'ultimo Bambino"

La campagna "Fino all'ultimo bambino", che nel 2017 ha permesso di raggiungere 33 milioni di giovanissimi con programmi di salute e nutrizione, sarà attiva fino al prossimo 15 novembre: chiunque potrà sostenerla con donazioni da telefono fisso chiamando il numero solidale 45533 o attraverso un sms da cellulare allo stesso numero. Quest'anno al fianco dell'organizzazione si è schierata la cantante Elisa, nominata ufficialmente Ambasciatrice di Save the Children per la protezione dei bambini. Elisa è anche la protagonista di un video girato da Riccardo Milano, in cui l'artista interagisce con tanti bambini coinvolti nei progetti dell'organizzazione. Colonna sonora è l'inedito brano "Promettimi", che farà parte del nuovo album in uscita e che Elisa ha dedicato al suo secondo figlio. Anche l’attore Cesare Bocci, ambasciatore di Save the Children, per il quarto anno consecutivo ha voluto recarsi sul campo a visitare e documentare gli interventi dell’organizzazione, andando qualche settimana fa in Uganda, dove ha raccolto tante testimonianze degli operatori che lavorano nei villaggi più remoti di Save the Children.

I numeri della malnutrizione nel mondo

Oltre 50 milioni di bambini sotto i cinque anni stanno soffrendo le gravissime ripercussioni della malnutrizione acuta, come emerge dal nuovo rapporto di Save the Children "Lontani dagli occhi, lontani dai cuori. Fuori dalle luci dei riflettori milioni di bambini continuano a morire di malnutrizione. A casa loro", diffuso il 15 ottobre. Un minore su quattro, vale a dire 151 milioni di bambini, è invece malnutrito cronico e rischia di subire fortissimi ritardi nella crescita, sia dal punto di vista fisico che cognitivo, che possono compromettere irrimediabilmente il suo stesso futuro. Il numero di persone che oggi soffrono la malnutrizione e l’insicurezza alimentare, inoltre, è ancora aumentato, passando da 804 milioni nel 2016 a 821 milioni nel 2017, circa una persona su nove al mondo.

Le cause della malnutrizione

Conflitti, disastri naturali provocati dai cambiamenti climatici e povertà sono i tre principali fattori che determinano il dilagare della malnutrizione infantile, evidenzia il rapporto. Due bambini su tre che soffrono di malnutrizione cronica si trovano in Paesi dove è in corso una guerra, mentre nelle dieci aree maggiormente devastate dai conflitti (Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Afghanistan, Yemen, Somalia, Sud Sudan, Siria, Nigeria, Repubblica Centrafricana e Iraq) più di 4,5 milioni di bambini sotto i cinque anni sono colpiti da malnutrizione acuta grave, la forma più estrema e pericolosa di malnutrizione. In questi Stati, più di 590mila bambini, in media 1.600 al giorno, rischiano di morire entro la fine dell’anno se non riceveranno trattamenti urgenti e adeguati. Allo stesso modo, gli effetti devastanti di una prolungata siccità hanno lasciato 700mila bambini gravemente malnutriti nel Corno d’Africa, mentre nei contesti particolarmente segnati dalla povertà, i minori hanno maggiori probabilità di morire prima di aver compiuto i cinque anni: nove bambini su dieci colpiti da malnutrizione vivono in Paesi a medio o basso reddito. In totale, circa 385 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà estrema, spesso privati di cibo adeguato, acqua, servizi sanitari e della possibilità di andare a scuola.

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