Trump vara una nuova cyber strategia in vista del voto di Midterm

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Il presidente Usa firma un provvedimento che aumenterà le cyber operazioni offensive. Ad annunciarlo il consigliere per la sicurezza nazionale Bolton: “Faremo un sacco di cose in chiave offensiva, i nostri avversari lo devono sapere”. Marcia indietro rispetto a Obama

Donald Trump ha firmato una nuova cyber strategia che aumenterà le cyber operazioni offensive contro gli attacchi da parte di agenti stranieri, con azioni di deterrenza rispetto al terrorismo informatico. Una mossa, quella del presidente Usa, che segna una nuova marcia indietro rispetto alla politica del suo predecessore Barack Obama. Ad annunciare la nuova cyber strategia è stato il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton: “Faremo un sacco di cose in chiave offensiva, i nostri avversari lo devono sapere”. Un monito che arriva alla vigilia del voto di Midterm, previsto a novembre, quando si temono altre interferenze o hackeraggi come quelli russi del 2016.

Bolton: “Operazioni offensive nel nostro interesse nazionale”

"È la prima cyber strategia pienamente articolata da 15 anni", ha sottolineato Bolton indicando come l'avvio di attacchi informatici contro attori in altri Paesi o sponsorizzati da governi esteri, impedirà loro di prendere di mira gli Stati Uniti. “Abbiamo autorizzato operazioni offensive che saranno prese attraverso un processo di coordinamento stabilito nella nuova direttiva presidenziale”, ha spiegato Bolton. “È nel nostro interesse nazionale farlo, non perché vogliamo più operazioni offensive nel cyber spazio ma precisamente per creare le strutture di deterrenza che dimostreranno ai nostri avversari che il costo delle loro operazioni contro di noi è più alto di quello che vogliono sopportare", ha aggiunto Bolton. La nuova strategia fornisce alle agenzie federali una nuova guida su come proteggere se stesse e i dati privati degli americani, non solo con azioni nel cyber spazio ma anche con possibili sanzioni e perfino interventi militari. Il plauso per l'iniziativa è arrivato dai diversi ministeri americani e dal dipartimento di Stato. 

Google e il “travel ban”

Intanto, si torna a parlare di un altro provvedimento discusso dell’amministrazione Trump. Come riporta il Wall street Journal, quando nel gennaio del 2017 il presidente varò il “travel ban” (il bando contro gli arrivi negli Stati Uniti da alcuni Paesi musulmani), gli impiegati di Google si riunirono per discutere dei modi in cui reagire. Una delle proposte, ad esempio, fu modificare le ricerche degli utenti sul tema così da mostrare risultati relativi alle organizzazioni pro-immigrazione. A testimoniarlo ci sarebbero delle e-mail interne. “È stato solo uno scambio di idee, nessuna è stata implementata. Google non ha mai manipolato le ricerche o modificato i suoi prodotti per promuovere una particolare ideologia politica”, ha assicurato un portavoce della società.

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