Us Open, Serena Williams ko. Litiga col giudice e accusa: "Sessismo"

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Caos nella finale di Flushing Meadows. La statunitense litiga col giudice e perde le staffe. L'arbitro di sedia la punisce con la perdita di un game. A vincere è Naomi Osaka, la prima giapponese a conquistare un Major. In Rete il dibattito sulla parità di genere 

Rabbia, insulti, accuse di sessismo. La finale femminile degli US Open è diventata un caso di parità di genere dopo che Serena Williams, battuta dalla 21enne giapponese Naomi Osaka in due set (6-4 6-2), ha perso le staffe con il giudice di gara chiamandolo "ladro" e "bugiardo" per alcune penalizzazioni e in conferenza stampa ha poi rincarato: "Ho visto altri uomini dire altre cose agli arbitri. Sono qui in lotta per i diritti delle donne, l'uguaglianza delle donne. Essere penalizzata con la perdita di un gioco per averlo chiamato ladro è una decisione sessista". Una vicenda che ha fatto quasi passare in secondo piano lo storico trionfo della Osaka, prima giapponese a vincere una finale del Grande Slam.

"Bugiardo, ladro, non arbitrerai mai più una mia partita"

Per la Williams si tratta dell'ennesima delusione a Flashing Meadows: dopo il sogno infranto da Roberta Vinci tre anni fa che le impedì di conquistare il grande Slam, la 37enne ex numero 1 del mondo ha visto sfuggire ancora una volta il 24esimo Slam della carriera, che le sarebbe valso il record eguagliato di Margaret Court. Il giudice Carlos Ramos l'ha penalizzata per tre violazioni del codice: per aver ricevuto consigli dal suo allenatore seduto sugli spalti, per aver rotto la racchetta, che le è costato un punto, e per aver chiamato il giudice di sedia "ladro", che le è costato un game. E così Osaka, vent'anni appena, ha sbaragliato l'avversaria in appena un'ora e 20 minuti. L'americana, superfavorita, è sbottata: "Io non baro per vincere, preferisco perdere", ha detto quando è stata rimproverata per il segno del suo allenatore. Ma a quel punto è stato un crescendo tra racchetta rotta, fischi del pubblico e discussioni accese con il giudice. "Attacchi la mia persona, sbagli, mi devi delle scuse. Sei un bugiardo, un ladro, mi hai rubato un punto", ha gridato la Williams. "Non arbitrerai più una mia partita, mai più". E così, l'arbitro portoghese ha preso una decisione rarissima, l'ha punita con la perdita di un gioco. L'americana ha preteso allora l'intervento di un supervisore nell'arbitraggio, fermando l'incontro per diversi minuti. "Non è giusto, non è giusto. È incredibile", ha gridato tra le lacrime.

"Sono qui in lotta per i diritti delle donne"

Poi, in conferenza stampa, la Williams si è spinta oltre lanciando accuse di sessismo: "Ho visto altri uomini dire altre cose agli arbitri. Sono qui in lotta per i diritti delle donne, l'uguaglianza delle donne. Essere penalizzato con la perdita di un gioco per averlo chiamato 'ladro' è una decisione sessista". Osaka, tra le lacrime, si è limitata a dire: "So che tutti la incoraggiavano e come si sentono per come è finita. Grazie per aver guardato la partita". Quanto al portoghese Ramos, dopo essere stato più volte fischiato dal pubblico, non ha ricevuto il trofeo tradizionale dato agli arbitri dopo la finale.

Billie Jean King difende Serena: "Donna che si emoziona è isterica e viene penalizzata"

Ma il litigio di Serena Williams con il giudice di sedia non si è esaurito sul campo di New York ed è già diventato un caso di parità di genere. A dare manforte alla tennista statunitense è arrivata su Twitter anche l'ex campionessa di tennis Billie Jean King, attivista per i diritti delle donne la cui storica partita vinta contro Bobby Riggs ha ispirato il film La battaglia dei sessi, che ha scritto: "Se una donna si lascia andare all’emozione del momento, diventa subito isterica e viene penalizzata". Stessa linea tenuta da Victoria Azarenka: "Se fosse stato un match maschile, non sarebbe finita così".

Il match

La ex numero 1 del mondo era partita forte nel primo set, prima di vedere scappar via l'avversaria che ha infilato addirittura cinque game consecutivi, di cui due break, per il 5-1. Una Serena lontana parente della tennista ammirata poche ore prima contro la Sevastova, che ha inanellato errori su errori (4 doppi falli, 14 errori non forzati e appena il 44% di punti sulla seconda) e che nulla ha potuto se non cedere il primo set 6-2 alla più giovane avversaria. Nel secondo set è sembrato che le previsioni della vigilia potessero concretizzarsi, considerando anche l'abitudine della Williams di entrare in partita tardi: riesce a strappare la battuta alla Osaka nel quarto gioco, ma il nervosismo e la lite con Ramos le fanno perdere immediatamente il servizio e quel controbreak decide il match perché la giapponese piazza il break anche nel settimo game e va servire per il match nel decimo, che chiude alla grande nonostante Serena le annulli il primo dei due match point.

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