Trump e Putin: Russiagate è farsa. Poi tycoon ritratta, dure critiche

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(Getty Images)

Il presidente Usa, durante la conferenza stampa con il leader russo a Helsinki, ha prima concordato sul fatto che l’inchiesta di Mueller sia stata solo una messinscena, ma ha poi detto: "Su interferenza di Mosca intendevo l'opposto"

Critiche da tutte le parti per Donald Trump dopo l'incontro a Helsinki con il presidente russo Vladimir Putin. Contro di lui non solo gli avversari politici ma anche i membri del suo partito. E intanto il tycoon ha corretto il tiro parlando di un fraintendimento delle sue dichiarazioni riguardo il ruolo della Russia sulle possibili interferenze nelle elezioni americane.

Trump su interferenze di Mosca: "Intendevo dire l'opposto"

"Mi rendo conto che c’è bisogno di una chiarificazione: volevo dire 'non vedo perché' la Russia non debba essere ritenuta responsabile" per le interferenze nelle elezioni americane. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha spiegato così ai giornalisti presenti alla Casa Bianca le sue parole in conferenza stampa con Putin a Helsinki, parlando di un errore, affermando che intendeva dire l'opposto. E ha poi aggiunto: "Accetto" le conclusioni delle agenzie di intelligence Usa sulle interferenze russe nelle elezioni, ho piena fiducia. 

Dure critiche di Repubblicani e Democratici

I media parlano di “alto tradimento”, i membri del suo partito di “performance disonorevole” e gli avversari dicono che si è schierato “con un criminale”. Dopo l’incontro con il presidente russo Valdimir Putin a Helsinki, gli attacchi contro Donald Trump piovono da tutte le parti. Nel mirino l’atteggiamento del presidente degli Stati Uniti sul Russiagate: il tycoon ha prima smentito l'intelligence Usa negando che sia stata Mosca ad interferire nelle presidenziali americane del 2016 e concordando con Putin sul fatto che l’inchiesta del procuratore Robert Mueller sia una farsa, poi ha ritrattato parlando di un fraintendimento delle sue dichiarazioni. Solo pochi giorni fa, intanto, il dipartimento di Giustizia americano ha incriminato 12 russi per gli hackeraggi ai danni della campagna presidenziale della democratica Hillary Clinton. Trump ha poi cercato di correggere il tiro con un tweet: "Come ho detto oggi e molte volte prima, ho GRANDE fiducia nelle MIE persone dell'intelligence. Riconosco tuttavia che per costruire un futuro più luminoso non ci si può focalizzare esclusivamente sul passato - come le due maggiori potenze nucleari al mondo, dobbiamo andare d'accordo! #HELSINKI2018".

Le repliche di Brennan e Comey

L’affondo più duro è arrivato proprio dall'ex direttore della Cia, John Brennan, che ha accusato Trump di “tradimento” non solo perché i suoi commenti sono stati "imbecilli" ma anche perché Putin "lo tiene in tasca". L’ex numero uno dell’Fbi, James Comey, invita invece ''i patrioti” a “farsi avanti e respingere il comportamento del presidente'', che si è schierato con un ''criminale bugiardo rifiutandosi di schierarsi con il suo Paese''.

McCain e Gigrich

Le critiche al tycoon arrivano però anche dal suo stesso partito, con il senatore repubblicano John McCain che ha definito la conferenza di Trump e Putin "una delle performance più disonorevoli da parte di un presidente americano di cui si abbia memoria". E ha aggiunto: "È difficile da calcolare il danno inflitto da ingenuità, falsa equivalenza e simpatia per autocrati del presidente Trump. Ma è chiaro che il summit di Helsinki è stato un tragico errore". E di uno sbaglio, il “più serio della sua presidenza”, ha parlato anche Newt Gigrich, uno dei maggiori alleati e difensori di Trump: ''Deve chiarire immediatamente le sue affermazioni sull'intelligence e su Putin”. Paul Ryan, lo speaker della Camera, ha negato che la Russia sia un alleato degli Stati Uniti, sostenendo che "non vi siano dubbi sul fatto che Mosca abbia interferito e che continui a minacciare le democrazie del mondo", mentre il leader di maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell, ha dichiarato di credere agli 007 americani e non al presidente russo.

Clinton e Biden

Hillary Clinton, invece, risponde alla domanda che aveva posto su Twitter domenica, ovvero per quale squadra giocasse Donald Trump: un quesito che ora - secondo Hillary - ha trovato risposta. Duro anche l’ex presidente Usa Joe Biden, secondo cui la conferenza stampa di Trump "non è stata dignitosa per un presidente americano" e le sue parole non riflettono quello che gli ''americani pensano e quello che sono”. Il tycoon, ha detto Biden, ha ''insultato i nostri amici e si è schierato con i nostri avversari''. 

Le critiche dei media

Anche dal mondo dei media sono piovute critiche e accuse. “Aperto tradimento” titola il New York Daily News, accompagnando l’apertura con un disegno di Putin a petto nudo che dà la mano al presidente Usa sotto l'insegna Quinta Strada. Con la mano libera, Trump punta una pistola allo Zio Sam. Duro anche il commento del board editoriale del New York Times, secondo cui il tycoon ''sta lavorando duramente per sabotare i legami dell'America con la Nato e l'Ue e per indebolire l'influenza americana in Medio Oriente'', mentre non ha parlato per gli americani e non ha difeso gli interessi degli Stati Uniti durante il suo incontro con Putin. Trump ha ''colluso apertamente con il leader criminale di una potenza ostile'' rifiutando di ammettere il comportamento di Mosca e facendo a pezzi il sistema giudiziario del suo Paese, accusa ancora il board editoriale del Washington Post, secondo il quale le affermazioni di Trump durante la conferenza stampa ''potevano essere scritte da Mosca''. Infine, persino l'anchor di Fox Abby Huntsman, che oltre a lavorare per l'emittente che più amata da Trump è la figlia dell'ambasciatore Usa a Mosca, Jon Huntsman, ha sentenziato che non "c'è negoziato per cui valga la pena bistrattare la tua gente e la tua nazione".

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