Migranti, da Vos Thalassa a Lifeline: navi private e Ong in soccorso

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Foto: Archivio Ansa
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L’imbarcazione italiana, un rimorchiatore a servizio delle piattaforme petrolifere, ha recuperato una sessantina di persone trasbordate poi sulla Diciotti. Non è però l’unico caso: sono diversi i mezzi non statali che si sono resi protagonisti di discussi salvataggi

Quello della Vos Thalassa, il rimorchiatore italiano che lunedì 9 luglio ha recuperato circa 60 persone in acque libiche, è l’ultimo caso di navi private che intervengono nel salvataggio di migranti diretti in Europa. Prima di quest'ultimo episodio, già altre imbarcazioni - Ong o commerciali - avevano salvato diversi migranti creando anche tensioni internazionali (LO SPECIALE MIGRANTI).

Il caso Aquarius

La vicenda che ha coinvolto la nave Aquarius (FOTO), dell'Organizzazione non governativa internazionale Sos Méditerranée, è stata una delle più discusse a livello europeo. L’imbarcazione, dopo aver recuperato 629 migranti a largo della Libia, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e sette donne incinte, non aveva ricevuto l’autorizzazione da parte del governo italiano all’attracco. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva chiesto a Malta di farsi carico della nave aprendo i propri porti per lo sbarco. Ne è nato un caso diplomatico che ha coinvolto anche Francia e Spagna. Dopo nove giorni in mare, il 17 giugno i migranti sono arrivati al porto di Valencia accolti dal governo spagnolo presieduto da Pedro Sanchez. Nel frattempo, alcuni di loro erano stati trasbordati sulla nave Dattilo della Guardia Costiera italiana che aveva seguito le operazioni.

Il caso Lifeline

Dopo otto giorni in mare aperto, con a bordo oltre 230 migranti salvati il 21 giugno davanti alle coste libiche, la nave Lifeline era riuscita ad attraccare a Malta il 27 giugno. Anche in questo caso, numerose le polemiche: prima quelle tra La Valletta e Roma, entrambe contrarie all’attracco nei propri porti nazionali, poi quella tra la stessa Ong e il ministro Salvini. In realtà, il leader della Lega e la nave tedesca che batteva bandiera olandese (Amsterdam ha negato la nazionalità olandese dell’imbarcazione) erano già arrivati allo scontro verbale il 16 giugno, quando Salvini aveva invitato l’Organizzazione non governativa a sbarcare i naufraghi in porti diversi rispetto a quelli italiani. In quel caso la nave era intervenuta in soccorso di 118 persone a bordo di un gommone in difficoltà. "Sappiano che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi", aveva dichiarato su Facebook Salvini. "I fascisti ci fanno propaganda", aveva risposto la Ong su Twitter con un post successivamente cancellato.

La Sea Watch 3

Tedesca e battente bandiera olandese, la nave Sea Watch 3 era arrivata nel porto di Reggio Calabria lo scorso 9 giugno con a bordo 232 migranti soccorsi nei giorni precedenti nel Canale di Sicilia. Si trattava del primo sbarco in Italia dopo l’insediamento dell'esecutivo M5s-Lega guidato da Giuseppe Conte. La Sea Watch 3 era rimasta tre giorni in acque Sar (Search and Rescue) prima che dall’Italia arrivasse l'autorizzazione all'approdo, con il Viminale che ha indicato il porto calabrese per l'attracco (SKY TG24 A BORDO DELLA SEA WATCH 3).

Il cargo danese Alexander Maersk

Altro caso che ha generato numerose polemiche è stato quello che ha coinvolto una nave cargo, la Alexander Maersk, battente bandiera danese, con a bordo più di 110 migranti. La nave, dopo aver salvato numerose persone nel Mediterraneo, era entrata in acque italiane il 23 giugno, ma aveva dovuto attendere diversi giorni prima dell’autorizzazione allo sbarco nel porto di Pozzallo. Nel frattempo, la Guardia costiera aveva prelevato e soccorso una donna incinta, due bimbe e un'altra persona che si trovavano a bordo. La nave era stata comunque rifornita di viveri e di beni di prima necessità in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto. I migranti sarebbero inoltre stati soccorsi con l'aiuto del personale della nave Lifeline.

La Seefuchs e la Open Arms

Tra le imbarcazioni private protagoniste di salvataggi nel Mar Mediterraneo ci sono anche la nave Seefuchs, della Ong tedesca Sea-Eye battente bandiera olandese, e la Open Arms, di proprietà della Ong spagnola Proactiva. La prima avrebbe aiutato altre Ong nelle operazioni di trasbordo e di sbarco, mentre il portavoce della seconda ha affermato nelle scorse settimane di aver ricevuto in poche ore "sette, otto" richieste di aiuto da parte di imbarcazioni con a bordo migranti al largo della Libia.

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