Thailandia, in 13 estratti dalla grotta: le tappe della vicenda

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Un'immagine dalla zona delle ricerche (Ansa)

Il 23 giugno, 12 ragazzi e il loro coach erano rimasti bloccati nella cavità di Tham Luang. Dopo 10 giorni di ricerche, erano stati individuati. Le operazioni di soccorso si sono concluse il 10 luglio con il salvataggio di tutte le persone in trappola

Oltre due settimane di paura, attesa e speranza. Dal 23 giugno il mondo ha seguito con il fiato sospeso la vicenda dei 12 ragazzi e del loro allenatore rimasti intrappolati nella grotta di Tham Luang, nel Nord della Thailandia. Quella dei soccorritori è stata una corsa contro il tempo per estrarre il gruppo che si trovava intrappolato in una zona colpita da piogge battenti. Il 10 luglio l'epilogo: tutti i giovani e il coach sono stati estratti vivi. Ecco cos'è accaduto dal 23 giugno fino al giorno del salvataggio.

23 giugno, intrappolati nella grotta per la pioggia

È il 23 giugno quando le 13 persone rimangono intrappolate nella grotta, dove si sono rifugiate dalla pioggia. A bloccare i 12 giovani calciatori e il loro allenatore è il rigonfiamento di un torrente sotterraneo. L'allarme viene lanciato da una delle mamme dei ragazzi, preoccupata per il ritardo del figlio dopo l'allenamento. Le biciclette e le scarpe da calcio dei giovani vengono ritrovate poco dopo all'ingresso della cavità.

Le ricerche e le piogge insistenti

Il giorno successivo falliscono i primi tentativi dei soccorritori (CHI SONO) di perlustrare l'area. Passano altre 24 ore e il team di soccorso si dice comunque convinto che le 13 persone siano ancora vive, al riparo in una cavità laterale. Il 26 e il 27 giugno proseguono le ricerche nella zona (FOTO). I sommozzatori si immergono di nuovo, ma le piogge ingrossano ancora il torrente sotterraneo. La pioggia, nelle ore successive, rende sempre più complicata la ricerca. Il 28 giugno, l’ingresso della grotta è completamente sommerso. I soccorritori thailandesi continuano comunque le ricerche e, il 29 giugno, viene scavato un foro nella roccia per tentare di entrare dall'alto e introdurre del cibo. Il giorno dopo, smette di piovere e le ricerche accelerano. L’1 luglio i 'Navy Seal' thailandesi riescono a inoltrarsi nella grotta. Intanto, a loro, si sono uniti specialisti americani, britannici, australiani, cinesi e giapponesi.

2 luglio, i ragazzi vengono individuati 

La svolta arriva il 2 luglio, quando i 12 ragazzi e l’allenatore vengono individuati vivi e in buone condizioni. Sono in una cavità rimasta asciutta. Ma non si può ancora procedere con il recupero. In un primo momento si parla addirittura di alcuni mesi per tirare fuori il gruppo. Bisogna infatti addestrare le persone intrappolate alle immersioni e aspettare che finisca il periodo delle piogge. Per questo, dal 4 luglio, i ragazzi fanno pratica sott'acqua con le maschere. Intanto in superficie si continua a estrarre acqua, ma due chilometri restano sommersi. Si teme che la pioggia allaghi di nuovo tutto.

6 luglio, ossigeno in calo. Muore un soccorritore

Il 6 luglio il livello dell'ossigeno nella grotta scende al 15%, (21% il valore medio) e un soccorritore muore durante un' immersione. Il governatore dell’area riconosce lo stallo: “I ragazzi non sanno ancora immergersi e non vogliamo correre rischi”. Intanto i giovani scrivono ai genitori assicurando loro che stanno bene, mentre il loro allenatore si scusa con le famiglie per l'accaduto. Del loro caso si interessa tutto il mondo: la Federazione mondiale del calcio li invita alla finale della Coppa del mondo in Russia, augurandosi che vengano riportati in superficie in tempo. Mentre dagli Stati Uniti arriva anche l’aiuto di Elon Musk, imprenditore proprietario della società di esplorazione spaziale Space X. "Gli ingegneri di Space X e Boring Company sono diretti in Thailandia per capire se possiamo essere d'aiuto al governo. Ci sono probabilmente molte complessità che sono difficili da valutare senza essere lì in persona", scrive Musk su Twitter. Ma il tempo stringe e le piogge aumentano.

8 luglio, al via operazioni per estrarre gruppo dalla grotta: salvi in 4

L’8 luglio le autorità prendono una decisione: iniziano - alle 10 locali, le 5 in Italia - le operazioni per estrarre i ragazzi e il coach. Entrano in azione i sub che devono percorrere 1,7 chilometri tra andata e ritorno e che per farlo impiegano circa 11 ore. Quattro i ragazzi vengono salvati nel primo giorno di soccorsi, poi le operazioni vengono sospese fino all'indomani. 

9 luglio: tratti in salvo altri 4 ragazzi

Riprendono all'alba del 9 luglio le operazioni di soccorso per estrarre le persone ancora intrappolate nella grotta. Nel secondo giorno vengono estratti altri quattro ragazzi. Tutti i salvati sono portati in ospedale per ricevere le prime cure, ancora prima di poter incontrare i familiari. Poi un nuovo stop ai soccorsi per ragioni logistiche.

10 luglio: tutti in salvo

Martedì 10 luglio è l'ultimo giorno di soccorsi: vengono estratti vivi dalla grotta anche i ragazzi mancanti e l'allenatore che è uscito per ultimo dalla cavità. Tutto il gruppo, dopo 17 giorni, è salvo. Il responsabile dei soccorsi aveva dichiarato che tutti dovevano essere tirati fuori entro questa data (IL PERCORSO).

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