Ocse-Fao: nei prossimi anni rallenterà la richiesta di cibo nel mondo

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Nel prossimo decennio, Ocse e Fao prevedono un miglioramento mondiale della produzione agricola e ittica pari al 20% (Getty Images, foto di repertorio)
GettyImages-Pesca

Secondo una report stilato delle due organizzazioni, nel prossimo decennio la domanda di prodotti alimentari crescerà a ritmi poco sostenuti. Diminuirà inoltre il consumo di carne

Un rallentamento della crescita demografica farà calare la domanda globale di cibo. È quanto emerge dall'"Agricultural Outlook 2018-2017", il rapporto annuale congiunto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), presentato il 3 luglio a Parigi, in Francia. Nello specifico, le prospettive agricole Ocse-Fao 2018-2027 prevedono continui miglioramenti della produttività e un indebolimento della crescita nella domanda globale di prodotti agricoli e alimentari. Ragione per la quale "i prezzi delle principali materie prime agricole dovrebbero di conseguenza rimanere bassi per il prossimo decennio", si legge in una nota.

Cresce la produzione, stabili i consumi

Secondo il report, infatti, la produzione agricola globale è in crescita costante con un livello record nel 2017 in particolare per alcuni cereali, diverse tipologie di carne, latticini e pesce. Stime che inducono Ocse e Fao a prevedere nel prossimo decennio un miglioramento mondiale della produzione agricola e ittica pari al 20%. La crescita, però, sarà tutt’altro che omogenea, con notevoli variazioni tra un continente l’altro. Dai dati esposti nel report, infatti, i numeri migliori si concentreranno nelle regioni in via di sviluppo, contraddistinte da con una crescita demografica più rapida, come l'Africa subsahariana, l'Asia meridionale e orientale, il Medio Oriente e il Nord Africa. Di contro, nei paesi sviluppati, soprattutto nell'Europa occidentale, la crescita della produzione sarà molto più bassa. La crescita della domanda, invece, ha già fatto registrare un rallentamento, che persisterà nel prossimo decennio. Causa principale è la situazione della Cina, che nel passato recente aveva trainato un aumento impetuoso della richiesta di carne, pesce e mangimi per animali. Attualmente, secondo il report nel mondo non ci sono altri Paesi che possono sostituire la Repubblica Popolare come volumi di domanda alimentare.

Rallentano le economie emergenti

Il report sul decennio 2018-2027 è stato presentato dal Segretario Generale dell'Ocse, Angel Gurria, e dal Direttore Generale della Fao, Josè Graziano da Silva. Secondo i due il rallentamento della domanda è dovuto a "una decelerazione della sua crescita nelle principali economie emergenti, con una stagnazione del consumo pro capite di alimenti di base e ad un ulteriore declino graduale dei tassi di crescita della popolazione globale". Il calo demografico, però, non sarà l’unico fattore in campo. Secondo il report, infatti, sull'indebolimento della domanda incideranno anche il rallentamento della richiesta di prodotti a base di carne. Una tendenza che si porterà dietro anche il calo della richiesta di cereali e farina proteica, utilizzati nei mangimi.

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