Migranti, i rapporti tra Italia e Austria

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Barbara Dell'Aquila

Il confine al Brennero tra Austria e Italia (Archivio Ansa)
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I due Paesi mai così in sintonia sul fronte dell’immigrazione. Ma non sempre la relazione è stata così idilliaca: in passato erano nate forti tensioni lungo il confine al Brennero

Italia e Austria mai così in sintonia sul fronte migranti. "Amici e alleati per difendere i nostri popoli". Così scrive su Twitter il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, pubblicando un selfie con il vicepremier austriaco Heinz Christian Strache. Solo pochi giorni fa il premier austriaco Sebastian Kurz, che si prepara a presiedere il Consiglio europeo a partire dal primo luglio, aveva parlato di un patto tra Austria, Germania e Italia, "un asse di volenterosi" contro l’immigrazione irregolare, spiegando anche che è allo studio un piano per progettare centri di accoglienza fuori dall’Europa. Insomma Roma trova in Vienna una solida spalla sia sulla creazione di hotspot a gestione europea nei luoghi di partenza dei migranti, che sulla richiesta di cambiare le regole di Dublino.

Il Brennero e le tensioni

Ma tra i due paesi i rapporti in tema di immigrazione non sono stati sempre così idilliaci. È l’aprile 2016 quando in Austria iniziano i lavori per la costruzione di una barriera al passo del Brennero, in provincia di Bolzano, uno dei principali collegamenti tra Italia e Europa centrale. Una recinzione e maggiori controlli per ridurre il numero di migranti che arrivano in Austria. Passano pochi giorni e arriva l’avvertimento di Vienna: "Se l’Italia continua a far passare i profughi chiuderemo il Brennero". È il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil a minacciare la chiusura: "Se non prende indietro i respinti, trasformando il Tirolo in sala d’attesa, chiederemo all’Italia di poter effettuare noi i controlli anche sul suo territorio". 

La Farnesina convoca l’ambasciatore austriaco

E il Brennero è ancora al centro delle polemiche dopo un anno. Siamo agli inizi di aprile 2017 quando Sebastian Kurz, allora ministro degli Esteri, avverte che l'Austria potrebbe rafforzare i controlli al confine, anche con l’ausilio di blindati, se non rallenta il flusso di migranti dall'Italia. Il ministro ribadisce che l’Austria ha accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei e che i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne. La Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco e minaccia ripercussioni diplomatiche. Ma l’Austria rilancia e sempre Kurz, al termine di un vertice con l’omologo Alfano, spiega la sua soluzione per l’emergenza migranti: l'Italia dovrebbe lasciarli tutti a Lampedusa o sulle altre isole.

Kurz diventa premier e mostra i muscoli

Sarà proprio Sebastian Kurz, leader del partito popolare, da lì a pochi mesi a diventare primo ministro austriaco e a governare insieme al Partito della Libertà di estrema destra. Nel gennaio 2018 la tensione si riaccende, il nuovo governo mostra i muscoli e l’Austria schiera 600 agenti al Brennero e lungo i suoi confini. In pochi mesi però le cose cambiano anche in Italia, il M5S e la Lega vanno al governo e arriva immediata l’apertura di Vienna e del suo cancelliere Kurz: “A Roma oggi c' è un nuovo governo, con posizioni affini a quello austriaco su alcuni punti, primo fra tutti l'immigrazione”.

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